Arriverà nelle sale italiane il prossimo 24 ottobre La vie d’Adele, La vita di Adele, pellicola del regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche che si è aggiudicata la Palma d’oro al Festival di Cannes 2013. Ispirata al romanzo grafico Le bleu est une couleur chaude di Julie Maroh, racconta la storia – d’amore e passione – fra due ragazze: la quindicenne Adele (Adèle Exarchopoulos), anima fragile e desiderosa di calore; e l’artista un po’ ribelle Emma (Lèa Seydoux), che ha i capelli blu e tanta voglia di vivere.
Il regista tratteggia con delicatezza e al contempo con tinte decise la scoperta della sessualità da parte delle due protagoniste (la prima scena hot dura ben sette minuti), anche se le loro recenti dichiarazioni lasciano un po’ perplessi: “Non ci siamo neanche toccate – ha detto Lea riferendosi alla collega – di sicuro non… in basso“. In altre parole, sono state utilizzate parti genitali finte: “Ce la applicavano tutte le mattine, servivano un paio d’ore per il processo. L’effetto è molto realistico, ma il fatto che fosse tutto finto ha reso quelle scene poco piacevoli…“. A questo punto, c’è da sperare che per lo spettatore non sia la stessa cosa. Bisogna provare a non pensarci, a far finta di nulla: magari funziona.
Il primo trailer, in ogni caso, fa un certo effetto. E Kechiche è stato molto abile a dirigere le sue due attrici: Adèle è a suo agio nei panni dell’adolescente confusa, che lotta fra i sogni più “tradizionali” (trovare l’uomo della sua vita, costruire una famiglia) e la forte attrazione nei confronti dell’anticonformista Emma. A sua volta, dunque, Lèa ha trovato la chiave giusta per emanare un mix di sensualità, mistero, inquietudine. Alla base di tutto, un concetto semplice quanto universale: tutti gli uomini e tutte le donne hanno bisogno d’amore…
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