Il cinema internazionale ha perso una delle sue figure storiche e più importanti: è morto ieri – 12 settembre – a San Francisco Ray Dolby, il “padre” del dolby sound system. L’uomo che ha rivoluzionato l’audio dei film. Non si tratta di un fulmine a cielo sereno; Dolby, 80 anni, era da tempo malato di Alzheimer e lo scorso luglio gli era stata diagnosticata una leucemia acuta. La sua scomparsa, però, ha ugualmente un sapore assai amaro. “Abbiamo perso un amico, un mentore e un visionario“, ha detto il presidente e ceo dei Dolby Labs Kevin Yeamen.
Ray è stato un ragazzino prodigio: a soli 16 anni, nel 1946, realizzò per la Ampex il suo primo registratore a nastro. Ambizioso e consapevole delle proprie capacità, ma anche instancabile lavoratore, dopo la laurea a Stanford e un dottorato a Cambridge decise di iniziare una piccola attività cercando di creare un modo per migliorare il modo in cui si percepiscono i suoni incisi su nastri magnetici. Nel 1965 fondò i Dolby Labs in Inghilterra e realizzò un dispositivo in grado di ridurre i rumori di fondo e i disturbi all’interno dei segnali acustici. Nel 1968 perfezionò il circuito integrandolo con i registratori commerciali e così conquistò la notorietà.
Il Dolby Sound System, dicevamo, è la tecnologia ideata da Ray Dolby che ha cambiato il percorso del cinema: grazie ad essa, i dialoghi sono diventati più netti e definiti, mescolandosi armoniosamente con la colonna sonora. Il primo film in cui si fa uso di tale sistema è il magnifico Arancia Meccanica di Stanley Kubrick.
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