Per motivi ancora non chiarissimi, Mediaset ha deciso di abbreviare i tempi di Baciamo le mani, infilando una puntata dietro l’altra: oggi, 12 settembre, in prima serata su Canale 5 andrà in onda la terza e domani la quarta (qua il riassunto della seconda). Pare che quella sia una mossa per fronteggiare rispettivamente Provaci ancora prof e Tale e quale show di Raiuno, ma tant’è. Vediamo le anticipazioni, cercando di non perdere il filo dinanzi a un susseguirsi di evento così serrato.
Agnese (Virna Lisi) è profondamente turbata per la proposta di “collaborazione” ricevuta dal don Gillo Draghi (Burt Young): lei intende rifiutarla e proteggere la sua macelleria, ma l’uomo le ha indirettamente promesso vendetta in caso di rifiuto. Agnese trova però il sostegno di Don Caruso, che nonostante l’età avanzata controlla ancora tutte le famiglie della zone. Chiama, dunque, Don Gillo e lo invita a lasciare in pace i Vitaliano.
Gabriella (Sabrina Ferilli) comincia a nutrire un sentimento particolare per il cognato Ruggero (Francesco Testi) e dunque rischia di mandare a monte il matrimonio con Pasquale, rovinando anche gli equilibri dell’intera famiglia. Tra l’altro suo figlio Salvatore è ormai molto legato a Pasquale e lo considera come un secondo padre.
Arrivato a New York, il commissario Bellomo offre protezione a Gabriella per convincerla a testimonia contro Don Cesare Romeo (Luigi Maria Burruano), che da parte sua entra nella casa dove vivono i Vitaliano con l’intenzione di ucciderla.
Pasquale muore, e per Agnese è un colpo durissimo. Fatica a riprendersi e accusa Gabriella di averle portato via suo figlio. Don Gillo rifiuta di obbedire a Don Caruso e, di conseguenza, Agnese si trova costretta a mettersi in affari con lui. Gabriella viene invece condottas con il suo bambino in un appartamento della periferia: lì sarà più sicura. Salvatore, però, riuscirà a fuggire approfittando di un momento di distrazione di Gabriella. Bellomo – tornato in Italia – verrà a conoscenza dello smascheramento della talpa: così cercheranno di convincere l’uomo a collaborare per poter così arrestare Don Cesare.
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