Settantesima Mostra del Cinema di Venezia: dopo Via Castellana Bandiera di Emma Dante e L’Intrepido di Gianni Amelio, che è stato accolto dalla stampa con reazioni opposte ma in compenso ha ottenuto dal pubblico ben 11 minuti di applausi, ecco arrivare il terzo lungometraggio italiano in concorso. Si tratta di Sacro Gra, sorta di documentario diretto da Gianfranco Rosi che dipinge un angolo dell’Italia – quello del Grande Raccordo Anulare, appunto, che circonda Roma ed è lungo una settantina di km – attraverso una serie di storie e personaggi comuni e bizzarri al contempo.
Ecco allora un nobile piemontese e sua figlia laureanda, che abitano un monolocale ai bordi del Gra; ecco un botanico che fa mille ricerche nel tentativo di liberare le sue palme dal punteruolo rosso, ecco un barelliere del 118 che sta in giro tutta la notte – sempre su quella strada – distribuendo soccorso e conforto. E poi un improbabile e anziano principe che fa ginnastica col sigaro in bocca sul tetto del suo castello e un pescatore di anguille che legge i giornali con estrema attenzione e vive sul Tevere. A bordo di una zatteria, sotto un cavalcavia.
Riuscito puzzle di anime e vite, Sacro Gra ha acceso l’entusiasmo dei giornalisti più degli altri due connazionali: in sala si sono sentiti applausi e anche risate. Il tono del racconto è dunque azzeccato, Rosi ha saputo sdrammatizzare sia pur facendo riflettere. Sacro Gra è prodotto da Doclab con la Femme Endormie e Raicinema. Ecco il trailer ufficiale:
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