Spiace. Spiace che L’Intrepido, il film di Gianni Amelio con protagonista Antonio Albanese, abbia ricevuto un’accoglienza tiepida alla 70esima Mostra del Cinema di Venezia. Secondo film in concorso, ha nettamente diviso il pubblico: ci sono stati applausi, ma anche fischi e qualche buuu. Forse Amelio l’aveva messo in conto. Perché non è una pellicola facile, non è una storia facile. La storia di Antonio Pane (Albanese), quarantenne disoccupato che sbarca il lunario in una Milano particolarmente grigia (in tutti i sensi). Fa di tutto: guida i tram, vende fiori nei ristoranti, si cimenta con il ruolo di cameriere e muratore, ma anche bibliotecario; in altre parole è un “rimpiazzo”, cioè sostituisce altre persone sul loro posto di lavoro quando ce n’è bisogno, per qualche ora o qualche giorno.
“L’INTREPIDO”, IL TRAILER UFFICIALE: GUARDA
Pane incarna dunque il problema più insidioso dei nostri tempi: il precariato derivante dalla crisi economica. “Questa è una favola – ha spiegato il regista, come riporta l’Adnkronos – una parabola un po’ azzardata, da cui viene fuori il titolo, che serve per dare un pugno nello stomaco, per suscitare rabbia“. Perché i fischi, allora? Secondo qualcuno, stavolta la scelta di Albanese non è stata azzeccatissima. Secondo altri, il personaggio principale è troppo – diciamo così – “buono”, puro. Distante dalla realtà. Secondo altri ancora, lo scottante argomento è stato trattato in modo troppo audace. In tutti i casi, comunque, è un film che non passa inosservato e non lascia indifferenti.
La risposta di Amelio alle critiche? “Credo che forse si stia perdendo una grande risorsa in noi tutti: l’ironia. Chi non ha capito che il film non è un film realistico o addirittura neorealistico, non ha capito nulla“. Poi ribadisce: “Io credo che questo film sia un pugno nello stomaco proprio bei confronti di chi si rassegna. Dovrebbero unirsi proprio per dare un ‘cazzotto’ a qualcuno oppure sarà difficile cambiare le cose“.
Albanese non si lascia turbare più di tanti dai moti di disapprovazione, anzi li interpreta in chiave positiva: “La reazione di rabbia era senza dubbio voluta. E’ interessante, vuol dire che abbiamo tastato dei territori diversi. Appoggiarsi in questo lavoro è una sconfitta, bisogna provare, tentare nuovi terreni“.
L’Intrepido di Gianni Amelio arriva nelle sale italiane domani, 4 settembre.
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