“E’ stata una mia riscossa, attraverso il cinema, contro coloro che mi negavano le valenze del mio cinema. Qui a Venezia le hanno accettate, è chiaro“: queste le parole pronunciate da Tinto Brass durante un’intervista a Corriere.it. E’ fra i protagonisti della Mostra del Cinema grazie al documentario Istintobrass diretto da Massimiliano Zanin, che per oltre dieci anni è stato suo assistente alla regia e sceneggiatore: “Il film – spiega quest’ultimo – vuole raccontare un uomo controcorrente, che ama l’amore in un mondo che adora la violenza, il suo subire ogni censura portando sempre e comunque avanti un cinema che è primato della forma sul contenuto, del significante sul significato“.
Un ritratto inedito, dunque, arricchito da testimonianze illustri come quelle di Gigi Proietti, Serena Grandi, Franco Nero e che sta ottenendo grandi consensi al Festival. Brass è apparso sul red carpet ieri, 30 agosto, ma stavolta non c’è stato alcun siparietto provocatorio. Stavolta s’è limitato a sorridere ai fotografi con il resto del cast e con un occhio di riguardo per Caterina Varzi, che nel lungometraggio ha un ruolo di primo piano.
Le donne. Sempre protagoniste assolute per Tinto e le sue opere. Le donne e il loro fondoschiena, parte che predilige in assoluto perché “il lato B – spiega – è particolarmente efficace per esprimere la personalità di una donna e tutto ciò che c’è intorno“. Brass rivela, però, un certo rammarico: l’immaginario erotico degli italiani, secondo lui, ormai è scarso. “C’è internet – riflette – ma non ha niente a che vedere con l’erotismo e anzi assume spesso forme squallide. Non c’è più erotismo, quel particolare modo di concepire la vita…“.
Poi rincara la dose: “Gli italiani sono poco liberi nel pensiero del sesso, ne hanno una concezione utilitaria. Non hanno una grande esperienza che permetta loro di concepirlo come un momento della vita“.
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