Il coraggio è un xfactor, quell’elemento fatto di anima e testa che può segnare la differenza. E di coraggio, Emma Dante venuta da Palermo, ne ha da vendere. Magari non tutti se n’erano accorti, visto che lei non è tipo da mettere i manifesti – come si suol dire – ma da ieri è diventato lampante. Innegabile. Chiarissimo. Perché ieri, 29 agosto, il suo film Via Castellana Bandiera, tratto dall’omonimo romanzo che ha pubblicato nel 2009 per Rizzoli, ha aperto il concorso ufficiale della 70esima Mostra del Cinema di Venezia. Prima pellicola in gara, una delle tre italiane in corsa per la conquista del Leone d’oro. E scusate se è poco.
Nelle sale il prossimo 19 settembre distribuito dall’Istituto Luce, Via Castellana Bandiera racconta il duello estremo fra Rosa e Samira, rispettivamente interpretate dalla stessa Dante e dall’82enne Elena Cotta: anche lei una lunga storia di teatro alle spalle, anche lei per la prima volta sul red carpet. L’ambientazione è a Palermo, città di cui la regista conosce bene – e sa prendere a morsi – sia le luci che le ombre.
Le due protagoniste vivono in compagnia del dolore, quello fatto di spine: la più anziana ha perso la figlia, l’altra cammina in bilico sulle strade della solitudine. Un giorno finiscono per incontrarsi. Entrambe guidano l’auto, in via Castellana Bandiera. Una via a doppio senso ma troppo stretta perché due mezzi ci passino contemporaneamente. Chi si ferma, chi cede il passo all’altra? Una questione semplice, apparentemente quasi banale, ma che subito diventa simbolica e universale: se ti fermi, perdi. Allora è meglio morire, ma tener duro fino alla fine.
Rosa ama le donne, ha una compagna che si chiama Clara ed è interpretata da Alba Rohrwacher. E’ dura essere lesbiche in una Sicilia sempre combattuta fra i suoi retaggi, la voglia di riscatto e il richiamo dei tempi moderni. Ma non è l’omosessualità il tema principale e la 46enne Emma lo mette bene in chiaro anche durante la conferenza stampa. La luce è puntata “sull’aggregazione degli esseri umani“, su uno “stato dell’essere” ben diverso dallo “stato geografico“.
“Siamo sull’orlo di un precipizio ma non ce ne rendiamo conto – avverte – noi forse non sappiamo più vedere le cose. Tutto ci appare più stretto e individualistico di quanto non sia. In realtà c’è sempre spazio per tutti e tutto“. Per questa nuova sfida, oltre alla Rohrwacher e alla Cotta ha arruolato molti attori appartenenti alla sua compagnia teatrale, la Sud Costa Occidentale.
Via Castellana Bandiera è prodotto da Vivo film, Wildside, Ventura film, Slot Machine con Rai Cinema e dalla tv svizzera Srg Ssr: “Era una storia perfetta – spiega la Danta – per il cinema, avevo bisogno della polvere e della carnalità delle persone. La vicenda era il western che ho sempre desiderato: la sfida fa parte dell’essere umano. E le due donne protagoniste nel fronteggiarsi tirano fuori quel dentro mostruoso che tutti abbiamo e che rimuoviamo. Due donne vere, per niente straordinarie pur nella loro follia, come folle è tutta la situazione, ridicola, misera, perché non siamo più in grado di guardare veramente le cose, il vicolo in cui ciascuna vuole passare senza lasciare passare l’altra in realtà è una via Lattea che potrebbe accogliere tutti, ma ci ostiniamo a farlo diventare una proprietà privata, come accade nel nostro Paese“.
Dice che non sarà lei a vincere il Leone d’oro. In ogni caso, una vittoria è già sua. E ne arriveranno altre.
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