La pellicola al cinema ha ancora pochi mesi di vita: da gennaio tutti i film saranno in digitale. Del resto, spiega Richard Borg, amministratore delegato in Italia di Universal, “otto registi su 10 ormai girano in digitale”. A non abbandonare la pellicola sono rimasti in pochi, tra cui Paolo Sorrentino, che non ha rinunciato alla romantica pellicola per girare “La Grande Bellezza”, anche se poi è stato necessario convertire le immagini in digitale per il montaggio, che da tempo è interamente computerizzato per una questione di comodità e rapidità.
Con il digitale sono più accurati il trattamento del colore e l’aggiunta degli effetti; tanti registi importanti come Steven Spielberg e Giuseppe Tornatore hanno abbandonato la pellicola per le nuove tecnologie. Il digitale, poi, serve anche ad abbattere i costi di produzione: “Arriveremo a dimezzare le spese di distribuzione”, spiega Richard Borg. Basti pensare che stampare una copia in pellicola costa dai 500 ai 700 euro, mentre il costo di un hard disk digitale varia da 150 a 200.
Un cambiamento che farà comodo anche a chi deve trasportare i film: addio a 35 chilogrammi di pellicola in favore di poco meno di un chilo di plastica, distribuiti da corrieri specializzati, come Stelci e Tavani o Eurolab: «Veloci e flessibili perché spesso le pellicole sono pronte all’ultimo minuto e sicuri per evitare che nel tragitto siano piratate». Anche la sicurezza dei film è blindatissima: i dati contenuti negli hard disk possono essere letti solo quando il distributore fornisce la chiave. E una volta scaricati sul server di un cinema, la stessa memoria serve altre sale, circa una decina.
Ad essere in ritardo sono le piccole sale cinematografiche, il 35% delle quali non ha fatto la conversione e non sono ancora attrezzate per la proiezione esclusiva in digitale. Il rischio di chiusura è molto alto e, soprattutto, ci sarà una perdita di posti di lavoro, quelli dei proiezionisti: dal momento del passaggio definitivo al digitale, serviranno solo un paio di operatori al pc per gestire una decina di sale. Insomma, il destino della pellicola nel cinema è già segnato, ma gli amanti della cellulosa potranno consolarsi con la fotografia, un mercato di nicchia ma che continua a resistere.
Foto by Kikapress
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