“Ogni responsabilità della decadenza culturale e di conseguenza politica, sociale del nostro Paese è della Rai“. Con un post pubblicato sul suo profilo ufficiale di Facebook, il regista Gabriele Muccino si scaglia contro la televisione pubblica. “Il peccato originale della Rai è stato quello di inseguire le leggi dell’Auditel e quindi abbassare il livello dei suoi programmi per competere con Mediaset. Una tv pubblica ha il dovere di servire chi paga il canone e continuare a dispensare teatro, cultura, cinema, intrattenimento, ma soprattutto informazione neutrale”, ha scritto il regista de “L’ultimo bacio”.
“History Channel, National Geografic e Sky hanno catturato il pubblico che è giustamente scappato dalla spazzatura“, ha aggiunto. ” Alla TV pubblica se un programma di approfondimento culturale in prima serata non va bene ma arricchisce culturalmente la rete (e gli spettatori e dunque il Paese), dovrebbe bastare”, ha continuato Muccino, secondo cui la Rai “ha il dovere di offrire quello che è all’altezza del ruolo che ricopre, non deve assecondare i telespettatori. Quello lo lascino fare alle reti come Mediaset che hanno bisogno di audience per vendere pubblicità”. Si tratta – prosegue – di una differenza “chiara e fondamentale eppure non sembra esserlo mai stata abbastanza, seppur il canone serva proprio a questo: ad essere indipendenti dalle logiche competitive”.
Il regista – che recentemente è stato protagonista di una polemica via social network con il fratello Silvio, con cui non ha più rapporti da un lungo periodo – ha poi cercato il sostegno dei suoi fan. “Se apprezzate i miei sfoghi come quello sulla Rai, condivideteli, condivideteli e condivideteli ancora. Mandateli ai vostri amici e conoscenti”: è l’unico modo – continua il regista – “per risvegliare il nostro Paese. Usiamo anche il dissenso. Io dissento. Abbiamo il sacro dovere di risvegliare gli italiani dalla privazione che hanno subito della conoscenza, della reale informazione neutrale e del rispetto di se stessi come cittadini”.
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