Agli inizi dello scorso marzo, a Roma, gli obiettivi dei paparazzi hanno immortalato un’insolita scena: Silvio Muccino e Raoul Bova insieme in un ristorante. Atteggiamenti da grandi amici, abbracci, pacche sulle spalle. La cosa aveva incuriosito molti e qualcuno ha subito ipotizzato che ci fosse di mezzo una questione di lavoro. Touché: Raoul e Silvio sono i protagonisti di Un nuovo inizio, il film di Alessandro D’Alatri prodotto da LuxVide per Raicinema. E la cosa fa piacere non solo perché si tratta di due figure apprezzate dal pubblico italiano (non solo dai giovanissimi), ma anche perché era da un po’ che Muccino junior non compariva sul grande schermo. Ed era da un po’ che D’Alatri non dirigeva un lungometraggio: se n’è sentita la mancanza.
Bova e Muccino interpretano rispettivamente Giacomo e Lorenzo, due fratelli: il primo è un medico affermato, con una bella moglie e una figlia, un uomo ambizioso e razionale; spesso si ritrova a tirar fuori dai guai l’altro, che ha trent’anni e fa lo stuntman ed è un irriducibile Peter Pan. Due uomini molto diversi, dunque, ma anche legatissimi. La sceneggiatura è stata scritta a quattro mani dallo stesso Muccino e da Carla Vangelista, con cui forma un sodalizio ormai solidissimo; le riprese cominceranno in autunno. Il sottotitolo della commedia fa riflettere: “Le cose a volte non vanno come speriamo noi. Vanno meglio“.
“Per me – ha spiegato Silvio al Corriere della Sera – è un omaggio ai film con cui sono cresciuto. Io sono dell’82 e nella mia formazione sono stato accompagnato e mi hanno divertito storie come quelle dei Blues Brothers. Il buddy movie secondo me si presta molto bene per raccontare la storia di due fratelli. Dopo gli ultimi film che ho fatto, volevo dedicarmi a una storia leggera, positiva e soprattutto volevo tornare a fare solo l’attore senza però prendermi troppo sul serio. La voglia di giocare, in questo caso, sui rapporti familiari, sulle dinamiche tra fratelli: questo film è pieno di speranza, è positivo, e vorrei che facesse serenamente ridere, che fosse sdrammatizzante“. Inevitabile che il pensiero vada a suo fratello Gabriele, inevitabile fare una sorta di paragone con il loro travagliato rapporto; ma quella è un’altra storia.
“Conosco Silvio – dice Bova – da molti anni, abbiamo cominciato a frequentarci a Los Angeles. Lui ha una decina d’anni meno di me e io, all’epoca, vedevo questo ragazzo così pieno di entusiasmo, carico di energia… Già nella realtà siamo molto diversi… anche io ho i miei entusiasmi, ma sono più posato, lui invece è un vulcano in eruzione. E quando ho letto il copione gli ho chiesto se l’avesse scritto proprio pensando a noi due“. Forse sì…
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