Lascia davvero l’amaro in bocca quanto accaduto a Madrid nei giorni scorsi. A volte la realtà si presenta nel modo più crudo e più inaspettato. Ridley Scottsta selezionando comparse per il suo nuovo colossal, Exodus, dedicato alla vita di Mosè; giovedì si sono presentate diecimila persone, venerdì altre cinquemila. I posti disponibili, in tutto, sono 1800. E fin qua nulla di strano, in tanti si propongono come figuranti per muovere i primi passi nel cinema, divertirsi e guadagnare qualche soldo extra. Poi stiamo parlando di un mostro sacro come Scott, eh.
Sì, ma il fatto è che alle comparse si chiede innanzi tutto un requisito ben preciso: devono essere denutrite. Avere una “carnagione scura e una corporatura asciutta, magra, spigolosa“. Perché dovranno interpretare gli schiavi dell’antico Egitto. Insomma si cerca “il profilo fisico della miseria“, come ha sintetizzato El Mundo. E tutti gli aspiranti, tale profilo, lo rispecchiano fin troppo bene. E’ gente senza lavoro, per cui gli 80 euro al giorno promessi dalla produzione rappresentano una salvifica boccata d’ossigeno. E’ gente disperata, affamata, con la disperazione come migliore amica. E’ tanta, tanta gente.
I provini riguardano anche bambini sotto i dodici anni, e pure in quel caso si sono create lunghe file. Secondo l’ultimo rapporto Caritas, “più di trecentomila famiglie in tutta la Spagna avrebbero bisogno di aiuto sociale, ma non ricevono nulla a causa della riduzione dei finanziamenti“. Ed ecco che il kolossal di Scott diventa la salvezza. Almeno per un po’.
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