Giorgio Pasotti, la difficoltà di essere “Un maniaco per bene”

Giorgio Pasotti passa da un set all’altro, da un personaggio all’altro, da un abito all’altro con una nonchalance tutta da ammirare. Questo 2013, per lui, è un anno di fermenti continui: lo scorso maggio è arrivato nelle sale con La grande bellezza e un ruolo denso di fascino e mistero; adesso è sul set di Sapore di te, nuova pellicola dei fratelli Vanzina (e i paparazzi sono riusciti a immortalare una scena in cui scambiava baci ardenti con Martina Stella), e prima ancora ha girato per Raifiction il film tv A testa alta per la regia di Maurizio Zaccaro. Da fine agosto sarà il protagonista maschile de La prima stella cadente di Giulio Base.

E mica finisce qua per il talentuoso Giorgio. Ha, infatti, due film in uscita: Nottetempo di Francesco Pisco e Diario di una maniaco per bene, opera prima di Michele Picchi prodotta da Cydia e presentata durante l’ultima edizione del TaorminaFilmFest. Un film particolare, come si può intuire dallo stesso titolo e come lo stesso Pasotti conferma tramite il quotidiano La Repubblica. Non è facile essere un “maniaco per bene”, perché “ci si lascia divorare dall’ansia – spiega – si perdono i contatti con chi ti circonda, ci si chiude in un guscio. Si è maniaci per bene quando non si nuoce a nessuno, ma si può nuocere moltissimo a se stessi“.

Giorgio veste i panni di Lupo, quarantenne in crisi esistenziale, pittore con una crisi di creatività, che fluttua nel suo piccolo mondo per molti versi claustrofobico e nocivo, ma dal quale in fondo non ha alcuna voglia di uscire. Lo sfondo è una Roma arsa dal sole estivo, quasi deserta. Lupo è affiancato da altre figure quasi simboliche e a tratti inquietanti come l’amico meccanico, una ragazza conosciuta tramite Facebook, una giovane suora di cui finisce per invaghirsi: “Un conflitto, quello con le persone che lo circondano, che va di pari passo con quello artistico-professionale e che alla fine verrà sciolto grazie a una donna che riuscirà a farlo uscire dall’involucro“. Già, le donne. Presenze fondamentali del film, con le loro diverse declinazioni e un potere che può essere salvifico… O forse no.

Foto by Ufficio Stampa

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