“Credo che la voglia di scappare da un paese con 20.000 abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddy Merckx; credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri. Credo che per credere, certi momenti, ti serve molta energia. Ecco, vedete un po’ di ricaricare le vostre scorte con questo“: così Ivan Benassi detto Freccia terminava il suo monologo fatto ai microfoni di Radio Raptus, una notte che non riusciva a dormire. E poi via, musica a tutto volume. Ivan Benassi, che non trovava pace e alla fine ha cercato un’altra dose di eroina. L’ultima, quella fatale. Che film, Radiofreccia. Indimenticabile esordio alla regia di Luciano Ligabue: doveva essere uno sfizio, un esperimento, invece ha conquistato gli italiani aggiudicandosi tre David di Donatello, due Nastri d’argento e quattro Ciak d’oro. Hanno proiettato la pellicola pure in America, al Museo d’Arte Moderna di New York. Sono passati quindici anni. E ieri sera il Liga è tornato a Correggio, la sua città. La città dove ha girato Radiofreccia.
Poco più di ventimila abitanti, appunto. Tutti in festa, dal primo all’ultimo. Insieme a Ligabue sono arrivati anche il produttore Domenico Procacci, che decise di scommettere sul film, e Stefano Accorsi ovvero l’interprete di Ivan. E poi gli altri del gruppo: Enrico Salimbeni (Tito), Alessio Modica (Iena), Luciano Federico (Bruno). Una rimpatriata aperta a tutti organizzata dal fan club Bar Mario insieme al Comune di Correggio, alla Pro Loco e all’associazione Punta al centro.
Appuntamento sotto la torre di Piazza Mazzini, location di Radio Raptus; c’erano ragazzini, adolescenti, adulti. Giovani e meno giovani, senza distinzioni di sorta, provenienti dal resto dell’Emilia Romagna ma anche da altre regioni. Mercatini, musicisti di strada, negozi aperti ben oltre l’orario consueto, stand gastronomici; piccole e grandi iniziative di ogni tipo, unico obiettivo: festeggiare Ligabue e quel film che è un gioiellino.
Ligabue ha preso la parola, ricordando anche alcuni fra gli aneddoti più bizzarri e divertenti relativi ai tre mesi di riprese: le notti in cui non è riuscito a dormire, le notti in cui c’erano i ciak e gli abitanti si lamentavano, i momenti di smarrimento, il divertimento contagioso. “Questo film è un pezzo di vita – ha detto invece Accorsi – ti entra dentro come le canzoni di Luciano“. Passate da poco le 22, Luciano ha annunciato la proiezione: “Buona visione a tutti“. Ancora Radiofreccia.
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