La vie d’Adele di Abdellatif Kechiche si è aggiudicato la Palma d’oro del 66/mo festival di Cannes e, in via eccezionale, l’ambito premio è andato anche alle due giovani protagoniste, Adele Exarchopoulos e Lea Seydoux. La vicenda racconta la storia d’amore lesbo dei rispettivi personaggi e la conseguenza scoperta della sessualità: un racconto delicato ma deciso, un tema che riguarda da vicino la società moderna e la sua evoluzione. Però… c’è un colpo di scena che suscita una certa delusione.
Il sesso, come si diceva, è uno degli ingredienti principali di questo film e la prima scena hot fra Adele e Lea dura ben sette minuti: tanto, per i tempi del cinema. “Qui i bei corpi sodi e proletari delle due protagoniste traspirano e faticano – ha scritto qualche giorno fa Piera Detassis in una sua recensione – i pori si allargano, gli umori sfogano, le mani penetrano, le facce si spiaccicano l’una sul sesso dell’altra, nessun pudore né d’attrice né di donna“. Già, peccato che sia tutto finto. Ma proprio tutto. Comprese le parti intime.
E’ stata la stessa Lea a confessarlo a Crave: “No, no, non ci siamo neanche toccate – ha detto riferendosi alla compagna di scena – di sicuro non… in basso. Per quello abbiamo usato delle parti genitali finte, fatte con una sorta di muffa costruita in uno studio di effetti speciali. Ce la applicavano tutte le mattine, servivano un paio d’ore per il processo. L’effetto è molto realistico, ma il fatto che fosse tutto finto ha reso quelle scene poco piacevoli…“. Cos’altro aggiungere? Meditate gente, meditate…
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