Il rapporto tra un padre e un figlio. Il profondo insegnamento che il primo infonde al secondo. L’importanza di saper riconoscere le proprie paure e capire che esse non sono reali (“Non mi fraintendere, i pericoli esistono”), ma sono qualcosa che si teme possa accadere nel futuro e che magari invece non accadrà mai. Eppure, nonostante questo, riescono a condizionare fortemente il nostro presente. A dominare la nostra mente. A paralizzare il nostro corpo. È questo ciò che emerge dal film “After Earth” di M. Night Shyamalan, con Will Smith, Jaden Smith, Sophie Okonedo e Zoë Isabella Kravitz, nelle sale dal 6 giugno.
[Foto] Will e Jaden Smith in “After Earth” di M. Night Shyamalan
In questa pellicola presentata dalla Columbia Pictures è il messaggio che ha il sopravvento sugli effetti speciali. E per chi adora la fantascienza questo probabilmente può rappresentare un handicap. La trama può risultare eccessivamente semplice. E anche chi si aspetta una scena interamente dominata da Will Smith rischia di essere deluso. La sua è una presenza costante, che percorre tutto il film, ma non mediante le azioni, bensì attraverso la ragione e i sentimenti. A muoversi nei 100 minuti di durata della pellicola è il figlio Jaden, capace di superare i pericoli in cui si imbatte grazie alle parole, al coraggio e alla fiducia trasmessagli dal padre.
Ma l’interpretazione di Will Smith è sempre di alto livello. E sorprende il figlio Jaden, che neanche 15enne regge bene tutto il film. I movimenti, le espressioni, tutto è ben gestito. Del resto, nonostante la giovane età, Jaden conosce i set cinematografici e non solo per aver accompagnato il padre. Il ragazzo ha infatti esordito nel 2006 in “La ricerca della felicità” di Gabriele Muccino e ha poi partecipato a “Ultimatum alla Terra” di Scott Derrickson (2008) e “The Karate Kid – La leggenda continua” di Harald Zwart (2010).
La scena di “After Earth” si apre con il giovane Jaden, che interpreta il ruolo di Kitai Raige, sdraiato al suolo mentre la sua voce racconta cosa è successo alla Terra mille anni prima, quando gli esseri umani furono costretti alla fuga a causa di un cataclisma e si rifugiarono su Nova Prime, dove diedero inizio a una nuova civiltà, dovendo però fronteggiare gli Ursa, delle strane creature, cieche, capaci di trovare ed uccidere gli esseri umani fiutando i ferormoni da loro emessi quando questi hanno paura. Will Smith, il generale degli United Ranger Corps Cypher Raige, e la sua famiglia vivono in quel luogo e Cypher è il solo a sfuggire a quelle creature assassine. Non ha paura e loro non lo percepiscono.
Cypher Raige effettua missioni nello spazio e per la sua ultima impresa decide di portare con sé il figlio Kitai, desideroso di diventare come il padre o forse soltanto di ottenere la sua stima. Mentre però viaggiano sulla nave spaziale che li deve portare a destinazione vengono travolti da una tempesta di asteroidi. A quel punto l’equipaggio è costretto a un atterraggio di emergenza, che avverrà proprio sulla Terra, diventata ormai un pianeta ostile per l’essere umano.
C’è solo una speranza per sopravvivere e Cypher, gravemente ferito, mette tutto nelle mani del giovane Kitai. Sarà lui a dover muoversi in un territorio sconosciuto e ostile, dovendo affrontare strane specie animali e pericoli di ogni tipo. E soprattutto, dovendo affrontare le proprie paure. Ma non con spavalderia. Con umiltà. Solo in questo modo Cypher e Kitai potranno salvarsi e tornare a casa.
Jaden Smith ha raccontato: “Kitai avverte la pressione di dover seguire le orme di suo padre. Inoltre si colpevolizza per la morte di sua sorella, avvenuta durante un attacco che, a suo avviso, lui stesso avrebbe potuto tentare di evitare e il ragazzo è convinto che anche suo padre lo ritenga colpevole. Per questo motivo il rapporto tra i due è conflittuale e Kitai vorrebbe sanarlo, cercando in tutti i modi di guadagnarsi il rispetto e l’approvazione del genitore”.
E Will Smith ha spiegato: “La cosa interessante di questo film è la sua grandiosità, nonostante il tema centrale sia in realtà semplice, perché riguarda una storia familiare a tutti: quella del rapporto fra padre e figlio. Il pubblico riuscirà facilmente a relazionarsi al tema di un padre che cerca di instaurare un rapporto con il figlio, in una situazione in cui entrambi rischiano la vita”. Aggiungendo: “Questo film racconta il processo di maturazione sia del genitore che del proprio figlio”.
L’idea di “After Earth” è nata per caso, con una semplice chiacchierata davanti alla televisione. A tal proposito Will Smith ha detto: “Una sera, Jaden ed io stavamo guardando la televisione e parlavamo di quanto ci fosse piaciuto lavorare insieme ne ‘La ricerca della felicità’, e che avremmo voluto ripetere questa esperienza. Mentre stavamo ipotizzando altre storie, con il Tg sullo sfondo, Jaden ha detto: ‘Potrei essere tuo figlio, un ragazzo che si trova nei guai e tu devi tornare dalla guerra’. Questa intuizione si è trasformata nell’idea di un padre ed un figlio che viaggiano insieme in Alaska e devono affrontare i pericoli della natura. Era una conversazione divertente e interessante. Ad un certo punto abbiamo pensato di ambientare la storia a 1000 anni di distanza da ora, nel futuro. Così l’idea di ‘After Earth’ è letteralmente esplosa nella nostra testa”. Ed è diventata realtà con la pellicola ora in arrivo nelle sale cinematografiche.
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