Festival di Cannes 2013, il verdetto finale è arrivato: la Palma d’oro è vinta da La Vie d’Adèle del regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche. E’ la tenera, coraggiosa e romantica storia d’amore lesbo tra due ragazze interpretate da Lea Seydoux e Adele Exarchopoulos; è la scoperta della sessualità raccontata con delicatezza, un tema molto sentito nella Francia dei nostri tempi e molto d’attualità ovunque.
In via eccezionale, la giuria presieduta da Steven Spielberg non è andato solo a Kechiche, regista del sociale, ma anche alle sue muse. E tutti i tre l’hanno ricevuto senza nascondere la commozione, anzi mostrandola a tutti con lacrime, abbracci e sorrisi.
Il premio per il Migliore attore è andato invece al 76enne Bruce Dern, protagonista del road movie di Alexander Payne Nebraska; quello per la migliore interpretazione femminile è stato conquistato da Berenice Bejo (già vincitrice due anni fa con The artist) per Le passè di Asgar Farhadi. Il Prix du Scénario per la migliore sceneggiatura è toccato all’autore e regista Jia Zhangke per A touch of sin, film politico sulla Cina di oggi, quello della Giuria a Tale padre tale figlio del giapponese Kore-Eda Hirokazu. I fratelli Coen, con il loro Inside Llewyn Davis, hanno vinto il Gran Premio della giuria. Ancora, il miglior regista è Amat Escalante per Heli, storia di una famiglia distrutta dalla violenza e legata al traffico della droga.
Paolo Sorrentino, con La grande bellezza, torna in Italia a mani vuote: la delusione è inevitabile. Ma il Bel Paese non ha perso su tutti i fronti, anzi nelle sezioni collaterali ha preso belle soddisfazioni. Salvo, pellicola di mafia e d’amore diretta da Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, ha vinto il prestigioso Gran premio della Semaine della Critique e anche il premio Film Rivelazione della Semaine. Miele di Valeria Golino ha guadagnato la Menzione Speciale della Giuria Ecumenica e il giovane Adriano Valerio (classe 1977) ha ricevuto la Menzione speciale nella cerimonia finale per il cortometraggio 37 4s.
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