Buon apprezzamento da parte della critica internazionale per “Salvo” dei giovani registi esordienti Antonio Piazza e Fabio Grassadonia nella sezione “Semaine de la critique” a Cannes 66. Una salva di applausi ha festeggiato la chiusura della proiezione, cogliendo quasi di sorpresa i due registi e sceneggiatori quarantenni palermitani, che confusi e felici hanno dichiarato in un’intervista per Repubblica.it:
“Una grande gioia, soprattutto un grande sollievo […] Siamo frastornati, arrivare qui alla Croisette significa precipitare in un mondo straordinario. Abbiamo visto la Montée di Gastby, ci siamo inzuppati di pioggia. Tutto molto emozionante!”
Il film “Salvo” intreccia vari generi e stili, ma potremmo sostanzialmente definirlo come un western in sapore di mafia, con risvolti esistenziali e sentimentali: la trama vede al centro Saleh Bakri, attore palestinese, nel ruolo di protagonista, ovvero un sicario della mafia chiamato ad uccidere un esponente della cosca rivale. Avvicinandosi alla vittima, verrà in contatto con la sorella, interpretata dall’esordiente Sara Serraiocco. Ragazza cieca, a causa del trauma recupererà la vista, intrecciando il proprio destino a quello del protagonista sebbene assassino del fratello. In un ruolo di supporto segnaliamo anche un quasi irriconoscibile Luigi Lo Cascio, mentre la fotografia curata è da Daniele Ciprì, un nome che per gli amanti del duo Ciprì e Maresco è fortemente significativo.
Uno dei due registi, Antonio Piazza, lamenta però giustamente la disattenzione più totale da parte del mercato distributivo italiano:
“Non voglio fare polemica ma arriviamo qui a Cannes grazie a una tv francese. Non c’è nessuna tv italiana tra i finanziatori. Abbiamo un distributore internazionale e uno francese. Non abbiamo nemmeno un ditributore italiano. La situazione riflette il percorso di questi anni. […] Grandi attese per questo film, Salvo, all’estero. Invece in Italia siamo totalmente invisibili. Se ti discosti da un certo cinema, quello delle commedie patinate e commerciali, difficilmente trovi interlocutori. Eppure il nostro film è costato solo un milione di euro”
Parole sincere, e pesanti come pietre, che ci sentiamo pienamente di sottoscrivere. Chissà se con l’acclamazione a Cannes qualche distributore nostrano apra gli occhi riconoscendo al lavoro di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia l’onore della distribuzione nelle sale italiane.
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