Parafrasiamo il celebre cult di Thomas Milian per parlare di uno dei dettagli forse meno noti in merito ad “Iron Man 3“. L’edizione cinese del film Marvel dura ben 4 minuti in più rispetto a quella che abbiamo visto nei cinema nostrani e che uscirà nelle sale americane domani. Vi sono infatti diverse scene aggiuntive girate appositamente per il mercato cinese. Vi starete chiedendo di che si tratta: magari vi aspettate un qualche secondo finale after-credit che vada a ripescare oscuri risvolti nella continuity della saga dei Vendicatori?
Niente di tutto questo, amici lettori bensì:
- Una lunga scena iniziale di palese product placement per una bibita a base di latte, il Gu Li Duo, consigliata al pubblico come bibita energizzante. In seguito compare sullo schermo il Dr. Wu – un personaggio ad-hoc per il mercato asiatico inserito nella pellicola Marvel, ed interpretato dall’attore cinese Wang Xueqi – che beve la suddetta bevanda.
- Parecchi cambiamenti al personaggio e ai dialoghi del Mandarino per offendere il meno possibile la cultura cinese.
- Una scena in cui il Dr. Wu è al telefono nel suo ufficio di Pechino, mentre su uno schermo TV alle sue spalle si vede un servizio giornalistico che racconta dell’incontro di Iron Man con un gruppo di scolari cinesi.
- Vari prodotti tecnologici – cellulari, TV – sono stati sostituiti con marchi cinesi, così come alcuni cartelloni pubblicitari visibili nella pellicola presentano brand del paese orientale, anzichè americani.
- Infine nel finale è proprio il Dr. Wu ad operare Tony Stark e ha un dialogo con la sua assistente a riguardo.
Già i primi commenti cinesi hanno ridicolizzato tali modifiche, platealmente posticce e sostanzialmente slegate dalla storia del film. Per di più il regista Shane Black si è dissociato artisticamente dall’operazione, rinnegando questa edizione cinese del film. Quindi, perchè aggiungere questi 4 minuti?
E’ presto detto: la Cina importa annualmente solo 34 film internazionali nel proprio mercato cinematografico – mercato strettamente controllato, come tutto d’altra parte, dall’oligarchia di governo. Ovviamente la Cina è un bersaglio potenzialmente ghiotto, vista la sua vasta base demografica e la rampante economia avida di cultura occidentale. Era dunque essenziale per Disney/Marvel affiancare al progetto “Iron Man 3” una coproduzione cinese che rendesse il prodotto appetibile nel paese dagli occhi a mandorla, e inserire appigli culturali appositi per titillare la burocrazia di Pechino.
Se col senno del poi il tutto pare ai più un’operazione di dubbio gusto che altro, la Disney ha ottenuto però il successo sperato, entrando nel mercato cinese. A giudicare dai primi dati dal botteghino asiatico, la casa americana ha fatto la scelta giusta, economicamente parlando: in un solo giorno di proiezione si parla già di oltre 21 milioni di euro, ovvero il miglior esordio di sempre per una pellicola occidentale nel paese dagli occhi a mandorla! Ecco spiegato il movente del delitto. Ai posteri l’ardua sentenza.