Antonio Caponi: Giovanotto, carta, calamaio e penna, su! Scriviamo!…dunque, hai scritto?
Peppino Caponi: Eh, un momento, no?
Antonio Caponi: E comincia, su!
Peppino Caponi: [Fra sé e se’] Carta, calamari e penna…
Antonio Caponi: OOOHHHH…. [Inizia a dettare] Signorina!…Signorina!
Peppino Caponi: [Si gira verso la porta] Dove sta?
Antonio Caponi: Chi è?
Peppino Caponi: La signorina.
Antonio Caponi: Quale signorina?
Peppino Caponi: Hai detto “Signorina?”.
Antonio Caponi: È entrata la signorina?!?
Peppino Caponi: [Di nuovo verso la porta] Avanti!
Antonio Caponi: …Animale! “Signorina” è l’intestazione autonoma… della lettera… oh! Signorina! [Peppino cambia il foglio] Non era buona quella signorina là?
Peppino Caponi: è macchiata…
Antonio Caponi: Signorina!…veniamo… veniamo… [Peppino nel frattempo fa’ da coro continuando a dettare a se stesso, per le prossime battute]…veniamo noi con questa mia addirvi.
Peppino Caponi: Addirvi…
Antonio Caponi: Addirvi, una parola: addirvi!
Peppino Caponi: Addirvi una parola…
Antonio Caponi: [Alzando la voce] Che!
Peppino Caponi: Che!
Antonio Caponi: Che è?
Peppino Caponi: Che è?
Antonio Caponi: Che è?
Peppino Caponi: Uno, quanti?
Antonio Caponi: Che è…
Peppino Caponi: Uno che!
Antonio Caponi: Uno che! Che è…
Peppino Caponi: Che è! eh..
Antonio Caponi: Scusate se sono poche…
Peppino Caponi: Che.
Antonio Caponi: Che è? Scusate se sono poche, ma SETTECENTOMILA [scandendo la cifra] lire, punto e virgola, noi.
Peppino Caponi: Noi…
Antonio Caponi: Ci fanno… specie che quest’anno, una parola, questanno… c’è stato una grande moria delle vacche [Peppino ripete, scrivendo], come voi ben sapete! Punto! Due punti!…ma sì, fai vedere che abbondiamo… Abbondandis in abbondandum… questa moneta servono, questa moneta servono… questa moneta servono acchè voi vi consolate… aho, scrivi presto!
Peppino Caponi: Conninsalate…
Antonio Caponi: Che voi vi consolate…
Peppino Caponi: Ah, avevo capito con l’insalata.
Antonio Caponi: Voi vi consolate, non mi fa’ perdere il filo che ce l’ho tutta qui!
Peppino Caponi: Avevo capito coll’insalata!
Antonio Caponi: Dai dispiacere, dai dispiacere che avreta… che avreta… che avreta. Eh già, è femmina, è femminile. Che avreta perché… perché? io non so…
Peppino Caponi: Perché che cosa?
Antonio Caponi: Perché che? ohhhh, perché! Dai dispiacere che avreta perché! è aggettivo qualificativo, no?
Peppino Caponi: [Sottovoce] Io scrivo…
Antonio Caponi: Perché! Dovete lasciare… nostro nipote… che gli zii, che siamo noi medesimo di persona… [Peppino si tampona la fronte]…ma che stai facendo ‘na faticata, si asciuga il sudore… [Peppino sospira]…Che siamo noi medesimo di persona, vi mandano questo. [Mostrando la scatola contenente i soldi]
Peppino Caponi: Questo.
Antonio Caponi: Perché il giovanotto è studente che studia, che si deve prendere una laura…
Peppino Caponi: Laura.
Antonio Caponi: Laura… che deve tenere la testa al solito posto, cioè… sul collo. Punto, punto e virgola. Punto e un punto e virgola.
Peppino Caponi: Troppa roba..
Antonio Caponi: Salutà..lascia fare..dicono che noi siamo provinciali, siamo tirati. Salutandovi indistintamente. Salutandovi indistintamente… sbrigati!…salutandovi indistintamente, i fratelli Caponi, che siamo noi… questa, apri una parente… apri una parente, dici: che siamo noi, i fratelli Caponi.
Peppino Caponi: Caponi…
Antonio Caponi: Hai aperto la parente? [Peppino annuisce] Chiudila!
Peppino Caponi: Ecco fatto…
Antonio Caponi: Volevi aggiungere qualcosa?
Peppino Caponi: [Mugugna qualcosa di incomprensibile]…senza nulla a pretendere, non c’è… non c’è bisogno…
Antonio Caponi: In ba… in data odierna.
Peppino Caponi: Beh, quello poi si capisce.
Antonio Caponi: Vabbè, si capisce.
Antonio Caponi (Totò) e Peppino Caponi (Peppino De Filippo) in “Totò, Peppino e… la malafemmina” di Camillo Mastrocinque
Totò e Peppino – Lettera
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