Forse è una brutta notizia che dovrebbe renderci tutti più felici. La Universal ha definitivamente interrotto lo sviluppo di un film basato sul celebre videogame “Bioshock“. La motivazione? Questioni di budget.
Il film di “Bioshock” avrebbe dovuto avere un budget stimato di 200 milioni di dollari, assestandosi quindi sull’aspettativa di essere un probabile blockbuster. Il problema di fondo è il materiale di partenza da cui trarre la pellicola. “Bioshock” è una serie di grande qualità autoriale e acclamata da milioni di fan e critici videoludici. Purtroppo si tratta di un gioco dai contenuti forti, non gratuitamente violenti ma sicuramente di impatto emotivo sul pubblico. Motivo per il quale un probabile film tratto da questa serie sarebbe incorso nel rischio certo di un divieto ai minori. La Universal ha già riscontrato il problema con “Watchmen” di Zack Snyder. Film per molti di culto, basato sulla geniale serie di comics firmata da Alan Moore e disegnata da Dave Gibbons. Pur se costato tra i 150 e i 200 milioni di dollari, è stato visto poi da pochissimi spettatori: i contenuti grafici violenti ed espliciti in alcune inquadrature lo avevano reso vietato ai minori negli USA. In Italia la pellicola è uscita con un VM. 14 appiccicato sopra che ha tagliato le gambe agli incassi.
Il progetto originario per “Bioshock” era inizialmente nelle mani di Gore Verbinski, un buon regista già visto all’opera in alcune recenti pellicole – ad esempio la trilogia originale de “I Pirati dei Caraibi“. La Universal ha deciso di abbassare il tiro e ridurre il budget ad 80 milioni di dollari, proponendo come regista il poco noto Juan Carlos Fresnadillo – comunque dietro la macchina da presa nell’ottimo sequel horror “28 Settimane Dopo“. A quel punto la 2K Games, casa creatrice del videogame, è intervenuta. Per bocca di Ken Levine, autore del videogame, la proposta è stata cassata. Questa è la laconica dichiarazione di Levine:
La Universal mi ha detto: se vuoi segare il progetto, segalo. E io l’ho segato.
Non sappiamo dire se Fresnadillo sarebbe stato una scelta in effetti inferiore a quella di Verbinski. Quel che è certo è che Levine e la 2K Games si aspettavano un trattamento di maggior riguardo, anche economico, per il materiale originale. Quindi ecco spiegato il “niet“, sarà meglio così?
(foto: 2K Games)