Non solo lustrini e paillettes alla notte degli Oscar da poco trascorsa. Mentre le star sfilavano sul red carpet, si consumava a pochi metri la protesta dei 400 lavoratori della Rhythm & Hues, azienda di effetti visivi che ha lavorato in “Vita di Pi“. L’azienda è ormai in bancarotta, eppure grazie al lavoro svolto per il film di Ang Lee ha ottenuto diversi riconoscimenti tra cui il BAFTA e, la sera stessa del 24 Febbraio, l’Oscar. Durante la serata, al ricevimento del premio Oscar per gli Effetti Visivi, Bill Westenhofer – responsabile dei VFX di “Vita di Pi” – si stava dilungando sul tema scottante della bancarotta della Rhythm & Hues durante il discorsco di ringraziamento per il premio conferito, quando la musica de “Lo Squalo” è iniziata segnalando che il suo tempo era finito, the show must go on.
Da più parti si accusa il sistema cinema di Hollywood di non saper preservare il lavoro delle proprie maestranze locali: la Rhythm & Hues era una società basata a Los Angeles, quindi in teoria vicinissima agli studi di produzione. Gli studios invece sempre più preferiscono delocalizzare in paesi come l’India, dove il costo della manodopera è sensibilmente inferiore e gli sgravi fiscali attirano gli investimenti.
Sebbene i risultati tecnici degli esperti di VFX stiano raggiungendo livelli sempre più elevati, il loro crescente successo artistico non va di pari passo con la floridità delle loro casse. Purtroppo per le aziende indipendenti l’unica soluzione è sperare in una acquisizione da parte di uno studio, in modo da riuscire a garantirsi una stabilità economica a lungo termine. Persino George Lucas ha dovuto cedere la LucasFilm, comprendente la casa di VFX Industrial Light & Magic, al colosso Disney. Il fallimento della Rhythm & Hues potrebbe danneggiare la produzione di altre 5 pellicole attualmente in lavorazione.
Noi restiamo piuttosto attoniti. In Italia il problema Cinecittà è un lento e inarrestabile stillicidio, ma se anche ad Hollywood le aziende tecniche da premio Oscar chiudono, c’è qualcosa che non funziona a livello sistemico e mondiale. La logica del profitto tramite il taglio dei costi sta tagliando via professionalità meritevoli e d’eccellenza. Dove andremo a finire?
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