Giallini: “A me i David non li danno, non sono di moda. Il cinema italiano…”

Marco Giallini si è raccontato a 360 gradi nel corso di un’intervista, in cui non ha risparmiato dichiarazioni polemiche sul cinema italiano e sui David di Donatello. Ecco cosa ha detto l’attore…

Protagonista di una lunga intervista sulle pagine di ‘Vanity Fair’, l’attore Marco Giallini non ha risparmiato alcune dichiarazioni polemiche sul cinema italiano e sui David di Donatello.

Giallini, a proposito dei David di Donatello, ha dichiarato: “A me i David non li danno. Ovviamente mi dispiace, ma non ne faccio un dramma. Evidentemente non sono di moda, ma non ambisco a esserlo”. E sul cinema italiano ha aggiunto: “Se il cinema italiano ha abbastanza coraggio? Non ce l’ha no, certo che non ce l’ha. Non c’è più neanche il contesto storico, non ci sono più i partiti, non c’è più lotta, non c’è più niente. E di chi parli male? Di Berlusconi? Può farlo giusto Sorrentino, ma lui è un genio, come Servillo. Di Toni mi piace tutto. Si vede che è un uomo libero. Se io sono libero? Come fai a essere libero?! Sono libero di morire o di rifiutare alcuni ruoli, come ho sempre fatto, per poi magari interpretarne di peggiori. Ora ho la tranquillità economica di poter scegliere, ma anche quando i registi non mi ca*avano e dicevano che non ero rassicurante, sentivo che ce l’avrei fatta. ‘Con i mangiapane a tradimento che ci sono in giro’, diceva papà, ‘perché non dovresti farcela tu?”.

Questo il pensiero di Giallini sul mestiere di attore: “(Vivo il mio mestiere) mettendoci tutto quello che devi metterci quando reciti: devi essere cuore, cervello, anima, saliva, mer*a, sputi. Non sai mai se arriverai in cima, ma è arrivarci in un certo modo che fa la differenza. Se fai la pubblicità ti riconoscono tutti, ma magari dicono: ‘Quello è un idiota’. Cosa dicono a me? M’hai fatto ride, m’hai fatto piagne, questo film è un capolavoro, quest’altro una stron*ata. Ma penso si veda che non ho un calcolatore al posto del cuore. Io posso discutere con tutti, con il nobile e con il popolano, senza avere mai bisogno di parlare male di nessuno. Con gli altri ho un’empatia profonda. E come dico in Io sono Tempesta: ‘L’empatia è il migliore degli affari’. (…) Vedo certi giovani attori, nel mio ambiente ce ne sono tanti, e provo tenerezza. I compromessi, la voglia di arrivare a ogni costo, l’elemosina negli occhi. Se elemosini, in cima non arriverai mai”.

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