Il film scandalo di Cannes arriva in Italia: si tratta di “Elle” con Isabelle Ruppert

Il film scandalo del Festival di Cannes arriva nelle sale italiane il 23 marzo, si tratta di Elle con l’attrice Isabelle Huppert. Una thriller avvincente da togliere il fiato.

Acclamato da critica e pubblica al Festival di Cannes, dopo aver ottenuto Golden Globe per il Miglior film straniero e il César per il Miglior Film Elle con Isabelle Huppert arriva nelle sale Italiane dal 23 marzo 2017. Elle, racconta la storia di una donna in carriera che non si lascia sorprendere facilmente. Un giorno Michèle rimane vittima di uno stupro, ma la donna non si lascia abbattere e reagisce con grande forza all’evento. Michèle cerca di rintracciare il proprio aggressore con il quale instaura un rapporto particolare. In Elle niente è come ti aspetti, basta la scena della violenza del capire che tipo è Michèle.

Dopo la violenza, elimina ogni traccia di quanto accaduto, senza chiedere aiuto o denunciare l’accaduto. Agli amici racconta dell’accaduto nel bel mezzo di una cena, senza batter ciglio. Insomma, una personalità forte e senza dubbio che incuriosisce lo spettatore che ha la possibilità di scoprire una storia che di certo non mostra ciò che ci si aspetta… La storia prende le fila del libro “Oh…”, come racconta il regista Paul Verhoeven: “L’idea non è stata mia ma del produttore Saïd Ben Saïd. Mi ha contattato e  mi ha spedito il libro di Philippe Djian. Effettivamente l’ho trovato molto interessante. Sapevo che avrebbe funzionato sul grande schermo, ma sentivo il bisogno di riflettere, di trovare il modo di rendere mia una storia che io stesso non sarei stato capace di inventare”.

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“Per me era molto importante dare la mia impronta alla storia – ha spiegato il regista -; molte cose erano già state definite durante le mie discussioni con David Birke, l’autore americano della sceneggiatura. Non ho mai scritto personalmente la prima versione di una sceneggiatura, affido sempre la prima stesura a un vero sceneggiatore. In quella fase tutto era ancora possibile, le cose si sono definite progressivamente, come per una scultura. La mia personalità, il mio stile di regista si è insinuato un po’ alla volta nella storia. Anche la fase dello storyboard è stata molto importante per rendere personale il romanzo, tradurlo sul piano visivo”.

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