Quando corre Nuvolari, Edoardo Purgatori: “Sono testardo e preciso come Achille Varzi” [ESCLUSIVA]

Ventotto anni, affascinante e dall’ animo gentile: stiamo parlando del giovane attore Edoardo Purgatori, con il quale siamo stati lieti di scambiar quattro chiacchiere. Cordiale, di una bellezza che di certo non passa inosservata, l’attore amato dalle ragazze per il ruolo di Emiliano, sta attraversando una fase di cambiamento. Lo abbiamo incontrato in un piccolo pub a due passi da Trastevere. Ci ha parlato di “Quando corre Nuvolari”, che uscirà nelle sale cinematografiche a marzo, e di alcune novità in merito a  “Un medico in Famiglia 11”. Vediamo cos’ha da dirci…

Chi è o che cos’è l’attore?

L’attore è una “cosa” che cambia. È una persona che ricerca la vita, è l’autore di se stesso che si mette a disposizione della storia, del personaggio che va a raccontare, in modo tale che altre persone possano rivedere in lui aspetti intimi e profondi del proprio essere.

Quando reciti ci metti del tuo o ti “spersonalizzi” e diventi quel determinato personaggio?

Ci metto del mio perché quando leggo un testo mi rendo conto di esser attratto da determinate cose che richiamano la mia intima esperienza personale. Poi ovviamente ci sono degli obblighi da rispettare, ma l’attore può provare a mescolare la propria vita mettendola a disposizione del personaggio. Dunque si vanno ad individuare i punti in comune tra la vita vera e quella “fittizia” e si fa un lavoro di ricerca, divenendo poi quella persona, ma in realtà sono sempre io catapultato in quel determinato contesto.

Progetti attuali?

Vengo da un periodo lavorativo molto intenso e gratificante. Per farti qualche esempio, “Maratona di New York”, lo spettacolo teatrale che abbiamo portato in scena all’ Argot a dicembre, ha avuto così tanto successo da volerlo riproporre ad Edimburgo (in inglese) e a Londra. In più, delle persone facenti parte della produzione Inception (con le quali ho già lavorare in “Amore oggi”) hanno visto lo spettacolo e ci hanno proposto di farne un film. Se tutto va bene entro quest’anno si girerà.

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Lo spettacolo teatrale “Maratona di New York” ha riscosso molti consensi da parte del pubblico e molti giudizi positivi da parte della critica. Come avete fatto tu e Marcello Paesano a prepararvi per affrontare questa sfida? La giornata tipo durante le prove…

E’ uno spettacolo molto fisico e non potevamo provare più di tanto, perché risultava molto difficile correre per tutto il tempo anche durante le prove in teatro. Dunque abbiamo letto tantissime volte il testo e abbiamo iniziato a lavorare sulle scene in modo classico; successivamente abbiamo iniziato a correre insieme per creare equilibrio e sintonia, e da lì le parole del testo ci son venute spontanee.

Qual è il fattore che ti ha dato più energia e ti ha permesso di avere tanta resistenza vocale e fisica?

Ho smesso di fumare! Ora sono circa quattro mesi che non fumo! Ce la sto facendo!

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Per quanto riguarda la fiction italiana? In che progetti ti vedremo coinvolto?

Sono entrato a far parte del cast della fiction Rai “Tutto può succedere 2” dove interpreto il ruolo di un pediatra di nome Valerio. Non posso svelarvi altro!

Per quanto concerne la fiction “Un medico in famiglia”, ci sarà o no l’11ensima stagione?

Ci sono delle sceneggiature pronte, come ha sottolineato il giorno della conferenza stampa il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta, ma siamo ancora in trattative. Per quanto mi riguarda, onestamente sto riflettendo sulla possibilità di farlo oppure no, sono di fronte ad un bivio; il mio personaggio ha avuto in ogni stagione un arco narrativo, ma adesso siamo di fronte ad una scelta: farlo crescere, facendo continuare la storia con Anna e tutte le altre vicende che lo riguardano, oppure no.

Dunque hai dei dubbi…

Mi è stato proposto di fare “Un Medico in Famiglia 11”, ma sono in dubbio, in quanto so ancora poco in merito alla prosecuzione del mio personaggio. Ci rifletterò dopo aver letto la sceneggiatura. Posso dirvi che grazie ad Emiliano sono riuscito ad avvicinarmi a delle “tematiche dark”, quali la droga, le vicende della giovane ragazza madre, le cliniche di recupero ecc. Arrivato a 28 anni avverto l’esigenza di occuparmi di contenuti diversi. Ma a parte tutto, la Rai non ha ancora confermato l’ undicesima stagione.

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E che ci vuoi dire in merito alla tua esperienza come attore cinematografico?

Farò parte del cast di un film molto interessante che uscirà a marzo:  “Quando corre Nuvolari” di Tonino Zangardi che è incentrato sulla storia del pilota Tazio Nuvolari, un uomo dal carattere abbastanza complicato e fuori di testa. Ed in più è focalizzato anche sulla vita delle persone a lui più care, tra cui la moglie e il suo migliore amico, che è anche il suo acerrimo rivale, Achille Varzi.

Chi interpreterai?

Io interpreterò proprio il suo migliore amico Achille Varzi. Il rapporto tra i due è incentrato sulla rivalità: Nuvolari è un uomo folle proveniente da una famiglia non agiata, mentre Varzi è un milanese di famiglia borghese, molto preciso e all’avanguardia. Dunque due stili di vita opposti. In questo film si indaga il dietro le quinte di questi due campioni che hanno fatto la storia.

Quali sono i lati positivi e negativi di Achille? Quali di essi rispecchiano il tuo modo d’essere?

Da un lato questo è un personaggio che voleva a tutti i costi vincere, non gli importava come, con che mezzo o con che macchina, il suo unico ed indiscutibile scopo era quello. Lui voleva vincere per se stesso. È un personaggio molto introverso e correva per appagare il proprio ego. E in questo mi ci rivedo, perché il mio rapporto con la recitazione si avvicina molto a tale prospettiva. Ovviamente recito per donare qualcosa di bello agli altri, però la ricerca che ogni giorno svolgo è per me stesso. Achille è un personaggio molto preciso e testardo, proprio come me, purtroppo! Mentre è stato difficile trovare la sua freddezza nell’essere, io sono molto più espansivo. Inoltre per interpretarlo al meglio ho studiato molto. Ho letto un libro scritto dal noto giornalista Giorgio Terruzzi intitolato “La curva cieca”, incentrato sulla vita del pilota. Poi sono stato a Galliate al Museo di Achille Varzi e lì ho iniziato realmente a sentire il personaggio. Ho colto attimi, gesti e sensazioni da foto e video (ce ne sono pochissimi) e per il resto ho lavorato d’immaginazione.

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Dov’è stato girato il film “Quando corre Nuvolari”?

Lo abbiamo girato a Mantova, nella casa natale di Nuvolari, abbiamo utilizzato macchine dell’epoca. È stata un’esperienza indimenticabile!

La sintonia tra regista e attore è fondamentale per la riuscita di un buon prodotto. Com’è stato lavorare con Tonino Zangardi?

Una figata! Ho portato al provino la mia versione di Varzi e gli è piaciuta moltissimo. Mi ha dato totale libertà e c’è stata molta stima e fiducia reciproca. Ci capivamo con uno sguardo. Sono stato molto fortunato.

Le tue fan si staranno sicuramente chiedendo se sei fidanzato…cosa ci vuoi svelare?

Sono fidanzato da 9 anni e sto benissimo. Siamo cresciuti insieme e lei è la mia migliore amica, oltre ad essere la mia fidanzata.

Lei come reagisce di fronte all’ “affetto disinvolto” delle tue fan?

C’è molta fiducia. E se ho raggiunto il successo è anche merito suo. Io ci tengo molto alle mie fan e provo tanta tenerezza nei loro confronti. Con la mia compagna condivido tutto, leggiamo insieme le lettere delle ragazze e ci commuoviamo.

Chi sarà Edoardo tra dieci anni?

Sarà sempre Edoardo, un po’ più vecchio! L’anno scorso è iniziato un anno di cambiamento per me; ho cominciato a fare delle scelte da uomo maturo. Io voglio continuare a fare quello che sto facendo, voglio continuare a fare progetti e mi sono promesso di recitare a teatro almeno una volta l’anno. Inoltre mi piacerebbe fare la regia di un progetto tutto mio, insegnare e perché no, anche lavorare all’estero.

Il tuo rimpianto più grande…

Non ne ho! Ho sempre fatto ciò che mi andava di fare e non ho mai lasciato le cose a metà. Le ho sempre portate a termine, ci ho sempre provato. Quello che noto è che se si fanno le cose perché si sente il bisogno di farle, anche se non avranno un risvolto positivo, comunque ti porteranno a scoprire ulteriori strade. È come se esistesse già un percorso e tu non devi far altro che seguirlo.

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