Checco Zalone salva il cinema italiano, ma che crollo a Natale

I dati sugli incassi 2016 del cinema italiano presentati dai produttori: 105 milioni 385 mila biglietti venduti (+6,06 per cento rispetto al 2015) e 661 milioni 844 mila euro d’incasso (+3,86 rispetto all’anno precedente). Ma “Quo Vado” di Checco Zalone vale, da solo, l’8,89% del mercato totale (il secondo incasso assoluto della stagione è stato quello di “Perfetti Sconosciuti” di Paolo Genovese). A Natale è stata registrata una perdita secca di 6 milioni di spettatori rispetto all’anno precedente: -38% di incassi e -35% di presenze (i dati si riferiscono al periodo dal 16 dicembre al 6 gennaio).

Meno male che Checco Zalone c’è. E il cinema italiano ringrazia. I dati Cinetel (che monitora circa il 93% del mercato italiano) presentati all’Anica dal neopresidente Francesco Rutelli, dal direttore generale Cinema del ministero Nicola Borrelli e dai rappresentati degli esercenti, dei distributori e dei produttori restituiscono una fotografia in chiaroscuro per il cinema nostrano.

Se si fa riferimento, infatti, ai freddi numeri generali, il cinema italiano può tirare un sospiro di sollievo sugli incassi del 2016: 105 milioni e 385 mila biglietti venduti (+6,06 per cento rispetto al 2015) e 661 milioni e 844 mila euro d’incasso (+3,86 rispetto all’anno precedente).

Un’analisi più approfondita, però, illustra uno scenario meno confortante: ben l’8,89% della fetta del mercato del cinema tricolore, infatti, appartiene al film di Checco Zalone “Quo vado” (il secondo incasso assoluto della stagione 2016 è stato fatto registrare dal film “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, con 17 milioni e 370 mila euro). A preoccupare maggiormente sono i dati relativi al periodo natalizio, generalmente il più redditizio: al contrario, il Natale 2016 del cinema italiano ha fatto registrare una perdita secca di 6 milioni di spettatori rispetto all’anno precedente: -38% di incassi e -35% di presenze (i dati si riferiscono al periodo dal 16 dicembre al 6 gennaio). Nel mirino delle critiche vi è l’annosa questione della stagionalità, che d’estate desertifica le sale cinematografiche, e l’eccessivo numero di film (nel 2016 ne sono usciti 554, di cui 208 italiani).

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