Stephen Frears: “Dopo Florence torno al cinema con la storia provocatoria di un’altra regina” [ESCLUSIVA]

Lui è Stephen Frears, un regista che vanta una carriera stupefacente ben due nomination all’Oscar come miglior regista: la prima nel 1991 con Rischiose Abitudini e la seconda nel 2007 per l’apprezzatissimo film The Queen con protagonista un’ eccellente Helen Mirren per il cui ruolo ha vinto la preziosa statuetta come miglior attrice.  Lo abbiamo incontrato nella cornice del Capri Hollywood – The International Festival dove si trovava per ritirare il premio come “Miglior regista dell’anno” per il suo ultimo film con Maryl Streep, Florence. Il lungometraggio ha avuto un ottimo riscontro da parte della critica, questa è la prima onorificenza che viene conferita al film sulla storia ambientata nel 1944: l’ereditiera Florence Foster Jenkins è tra le protagoniste dei salotti dell’alta società newyorchese. Mecenate generosa, appassionata di musica classica, Florence, con l’aiuto del marito e manager, l’inglese St. Clair Bayfield, intrattiene l’élite cittadina con incredibili performance canore, di cui lei è ovviamente la star. Quando canta, quella che sente nella sua testa come una voce meravigliosa, è per chiunque l’ascolti orribilmente ridicola. Protetta dal marito, Florence non verrà mai a conoscenza di questa verità. Solo quando Florence deciderà di esibirsi in pubblico in un concerto alla Carnegie Hall, senza invitati controllati, St. Clair capirà di trovarsi di fronte alla più grande sfida della sua vita. Dopo una lunghissima carriera come regista televisivo, Stephen Frears viene notato dai grandi produttori di Hollywood e viene chiamato per realizzare la costosa trasposizione in costume del romanzo Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos. Il suo film si trova involontariamente a dover competere con Valmont, tratto dallo stesso romanzo e girato nello stesso periodo da Miloš Forman, ma grazie al cast più prestigioso composto da John Malkovich, Glenn Close e Michelle Pfeiffer e al budget più alto, riesce ad attirare maggiore pubblico. Da qui inizia la carriera sul grande schermo che porta il regista a lavorare con grandissimi nomi del panorama cinematografico internazionale come Anjelica Huston (Rischiose abitudini), Glenn Close e Michelle Pfeiffer (Le relazioni pericolose), Judi Dench (con la quale ha collaborato per ben cinque lungometraggi tra cui Lady Henderson presenta, Philomena e Victoria and Abdul), Helen Mirren (The Queen) e Meryl Streep (Florence).

Con Alta fedeltà Stephen Frears ritrova le atmosfere british portando sullo schermo l’omonimo romanzo di Nick Hornby. Sempre nel Regno Unito sono ambientate le sue successive realizzazioni, tra cui Piccoli affari sporchi, una via di mezzo fra thriller e denuncia sociale ambientata ancora una volta sullo sfondo di una Londra multietnica, e Lady Henderson presenta, commedia sugli impresari che lanciarono il nudo a teatro nell’Inghilterra bombardata dai nazisti, che si aggiudica il Golden Globe per il miglior film commedia o musicale. Regista ironico e provocatorio, nel 2006 lancia la sua sfida più ardua affrontando tra mille difficoltà di lavorazione il mito intoccabile della monarchia britannica. L’establishment inglese negherà alla produzione il permesso di girare la pellicola nei luoghi reali, ma The Queen – La regina sarà caparbiamente portato a termine. Il risultato è un ritratto intimista e disincantato della regina Elisabetta II e di tutta la famiglia reale, radiografata con uno stile cronachistico, quasi televisivo (ma in origine il film era destinato proprio alla TV), nelle contraddizioni tra immagine istituzionale e pettegolezzi privati nei giorni della vicenda della morte di Lady Diana Spencer.

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