Rocco Schiavone, Gasparri attacca: “No a poliziotto che si droga come idolo”

Il vice Presidente del Senato Maurizio Gasparri ha commentato negativamente la nuova fiction Rai “Rocco Schiavone”: “Un commissario di Polizia che si fa le canne non può diventare un idolo della televisione”.

Dopo l’esordio in tv con boom di ascolti di mercoledì 9 novembre, la nuova fiction Rai “Rocco Schiavone”, con Marco Giallini attore protagonista, si prepara a tornare su Raidue stasera (venerdì 11 novembre) per la seconda puntata. Nonostante il successo Auditel, la fiction ha ricevuto anche alcune critiche.

Il vice Presidente del Senato Maurizio Gasparri ha commentato la trasmissione di Rocco Schiavone ai microfoni di Radio Cusano Campus: “Mentre la Polizia si sacrifica al servizio dei cittadini, senza contratti, senza stipendi adeguati, prendendo bastonate in testa da violenti di ogni tipo, si erige a modello un personaggio letterario di fantasia, questo commissario Schiavone, che inizia la mattina al commissariato facendosi una canna, poi fa il basista per bande di rapinatori, realizza dei reati abusando del suo ruolo di poliziotto, fa da complice a rapine, traffici di droga, propone prostitute a terzi. Se una cosa del genere accadesse nella realtà, cosa scriverebbero i giornali? Io, Quagliariello e Giovanardi abbiamo fatto un’interrogazione, perché se accadesse una cosa del genere certi poliziotti andrebbero sospesi dal servizio. (…) La Andreatta ha detto che i copioni e i testi sono stati sottoposti alla polizia. Ne ho parlato con Alfano e non ne sapeva nulla. Ora chiedo al capo della polizia, Gabrielli, se questa cosa è vera. Lo chiedo pubblicamente, Gabrielli ha letto i copioni? Quali uffici li hanno controllati? Perché evidentemente se c’è stato un avallo istituzionale la Polizia ritiene utile alla sua istituzione un modello di poliziotto che si fa le canne, partecipa alle rapine e aiuta i narcotrafficanti a rubare droga”.

“Il servizio pubblico – prosegue Gasparri – non può erigere a modello comportamentale questo qui che ruba droga e si fa le canne. È vero che ha fatto buoni ascolti, ma anche un porno farebbe ascolti, ma non si può mandare in onda sulla Rai in prima serata. Molti hanno il mito del criminale, ci sono donne che hanno sposato delinquenti incalliti, non bisogna confondere i numeri con la qualità delle cose. E poi ci sono delle leggi in Italia che vietano la propaganda alla droga. La Rai, che lavora con i soldi del cittadino, fa servizio pubblico e dovrebbe anche indicare uno stile di vita, dovrebbe stare più attenta”.

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