“Trumpland”: Michael Moore presenta a sorpresa il suo film sulle presidenziali USA

Il regista statunitense Michael Moore ha presentato a sorpresa in un cinema di Brooklyn il suo ultimo film, “Michael Moore in Trumpland”, incentrato sulle battaglia Clinton-Trump per le elezioni presidenziali USA in programma l’8 novembre 2016.

A meno di un mese dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti fissate per martedì 8 novembre 2016 e in piena battaglia tra Hillary Clinton e Donald Trump, torna a farsi sentire Michael Moore: il regista statunitense, premio Oscar nel 2003 per Bowling for Columbine, ha presentato a sorpresa martedì notte nel cinema IFC Center di New York, a Brooklyn, il suo ultimo film Michael Moore in Trumpland. La proiezione dell’instantmovie, gratuita, è stata annunciata a sorpresa da Michael Moore su Twitter, poche ore prima della stessa.

Il film-documentario è una performance del regista, famoso per il suo attivismo politico e notoriamente critico nei confronti di Donald Trump, che parla dei due candidati a raccogliere l’eredità di Barack Obama e ipotizza cosa possa succedere nel caso ognuno di loro venga eletto alla Casa Bianca. Nell’eventualità di un’elezione di Trump, le ipotesi immaginarie lanciate nel corso del lungometraggio spaziano dai bombardamenti aerei alle città di frontiera messicane alla deportazione alle Isole Samoa di Rosie O’Donnell, l’attivista per diritti delle persone LGBT.

Il lungometraggio è stato girato meno di due settimane fa, per due serate consecutive, in un teatro di Wilmington, in Ohio (‘feudo’ repubblicano). “Ho voluto girarlo non in un posto ‘sicuro’, ma in un posto dove avremmo avuto bisogno di tanta sicurezza. E ne abbiamo avuto bisogno” le parole di Moore riportate dall’Hollywood Reporter. A distanza di poche ore dalla presentazione, giungono già le prime recensioni. Secondo The Guardian, Michael Moore in Trumpland è “una via di mezzo tra un TEDTalk e un monologo di Spalding Grey“, ma il quotidiano ci tiene a puntualizzare che Moore come battutista “non è proprio un Chris Rock o un Louis CK“.

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Photo credits: Facebook

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