Mine, l’appello del regista contro lo streaming illegale: “Guardatelo al cinema”

Fabio Guaglione, co-regista del film Mine, ha lanciato l’appello contro lo streaming illegale: “Guardatelo al cinema, ci ho sputato sangue 3 anni e mezzo per realizzarlo”. A circa 10 giorni dall’uscita nelle sale, Mine ha totalizzato l’incasso di 1.100.000 Euro.

Il suo film è stato accolto molto positivamente da critica e pubblico, ma Fabio Guaglione, co-regista assieme a Fabio Resinaro di Mine, ha un cruccio: lo streaming illegale. Il 4 ottobre, a 2 giorni dall’uscita ufficiale nelle sale del film (LEGGI ANCHE: “MINE”, CON ARMIE HAMMER, DAL 6 OTTOBRE AL CINEMA), Guaglione ha lanciato, direttamente nella sezione commenti di un sito online di film in streaming, il suo appello destinato a chi chiedeva informazioni su dove fosse possibile vedere la pellicola: “Guardatelo al cinema, per favore. E’ la richiesta di uno che ci ha sputato sangue per 3 anni e mezzo per realizzarlo. Ed in più…il film può piacervi o meno ma abbiamo lavorato duro per confezionare uno spettacolo audiovisivo potente per la sala. E’ veramente un appello accorato. Grazie..”.

Il sito de La Stampa riporta le parole di Fabio Guaglione in merito: “Quando ho visto su un famoso sito di streaming illegale che alcuni utenti richiedevano di vedere il nostro film ancora prima dell’uscita in sala, lo sconforto mi ha fatto abbassare le spalle di fronte al monitor. Non ci ho pensato molto, e ho scritto un commento sotto la pagina del film. (…) Un film che è costato lavoro, fatica e soldi a tante persone; 106 minuti in cui sono racchiusi tre anni di sogni, sacrifici, lacrime, sangue e sabbia. No, non esagero. Per far arrivare nei cinema la storia di un soldato con un piede sulla mina abbiamo scommesso tutto, anche quello che non avevamo. Due italiani esordienti e sconosciuti hanno convinto un produttore americano ed una star hollywoodiana a seguirli in questo progetto rischiosissimo. Ce l’abbiamo fatta grazie a pianificazione, tanto fervore e l’arte «made in Italy» di sapersi arrangiare. (…) Chiedevo semplicemente di andare a vedere il film al cinema. Prima di tutto per rispetto verso le 248 persone che ci hanno lavorato. E poi perché abbiamo fatto di tutto per confezionare un prodotto audiovisivo di qualità”.

“.  (…) Qualcuno si è arrabbiato, tirando in ballo le ovvie difficoltà economiche. (…) Io capisco le difficoltà di tutti, ci mancherebbe. Vorrei solo che nessuno ignorasse cosa c’è dietro la realizzazione di un film. Un caffè comporta meno lavoro, ma non lo rubereste mai al bar. Inoltre, al giorno d’oggi esistono molte agevolazioni per chiunque, tra cui i Cinema2Day, in cui il biglietto costa solo 2 euro. Guarda caso, 2 caffè. 2 caffè per 3 anni di lavoro. (…) Quello che chiedo ai siti pirata, come mi risulta sia successo per produzioni italiane alternative analoghe come Lo chiamavano Jeeg Robot o Veloce come il vento, è almeno di aspettare qualche mese a caricare il film, in modo da diminuire l’impatto del danno economico su produzione e distribuzione. Oggi andare al cinema significa far sì che in futuro possano esserci altri film italiani di cui andare orgogliosi”.

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Photo Credits: Facebook

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