Addio a Giorgio Albertazzi. La storia di un perdente di successo

Giorgio Albertazzi aveva 92 anni è stato un attore di cinema, ma sopratutto di teatro. Una lunga carriera da mattatore e da protagonista del teatro italiano del novecento.

Giorgio Albertazzi è morto e con lui se ne va l’ultimo mattatore del teatro italiano. Un attore di maniera, di vecchio stampo, ma sempre in prima linea e quasi fino all’ultimo sul palcoscenico. Il teatro era la sua casa, il suo modo di vivere e di esistere. L’ultimo spettacolo l’anno scorso, Il Mercante di Venezia dove vestiva i panni di Shylock, nell’opera più controversa di Shakespeare.

Controversa come sotto certi aspetti è stata la sua vita, piena di spettacoli e di donne. Un perdente di successo, Albertazzi amava definirsi così, tanto da intitolare in questa maniera anche la sua biografia. L’Italia non gli ha mai perdonato d’essere stato tra le fila dei Repubblichini durante la Repubblica Sociale. “Salò resta il mio dramma personale e mi porto dentro la ferita di essere stato dalla parte di chi ha fatto i campi di sterminio.” Spiegava così questa scelta in una delle sue ultime interviste all’Espresso.

Albertazzi

Donnaiolo incallito, iniziò a recitare proprio a causa di una ragazza. Laureato in architettura decise di mettere da parte la carriera da architetto per quella da attore. Debutta sul palcoscenico nel 1949 in Troilo e Cressida di Shakespeare, con la regia di Luchino Visconti al Maggio Musicale Fiorentino. Pur avendo girato una trentina di film (tra cui una pellicola di Resnais L’anno scorso a Marienbad) e avendo lavorato molto in televisione, soprattutto come interprete di sceneggiati televisivi di successo negli anni sessanta (tra cui L’idiota e Jekyll), Albertazzi è soprattutto un grande attore di teatro, spesso anche regista dei propri spettacoli.

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Era il più grande attore italiano. Il pubblico lo sapeva benissimo e forse anche lui era cosciente del compito di essere l’ultimo dei grandi. Ma sempre con la voglia di sperimentare, di non essere mai ovvio.” Così lo ricorda Gigi Proietti con cui l’attore spesso aveva lavorato insieme. Messaggi di cordoglio sono arrivati anche dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Firenze, la sua città lo ricorda addolorata come anche il Teatro La Pergola dove Albertazzi recitò parecchie volte.

Un artista dannunziano, libertino e amante del piacere. Famosa la sua amicizia speciale con Luchino Visconti che si innamorò di lui, ma che venne rifiutato. Albertazzi collezionò moglie e amanti: Bianca Maria Toccafondi, Elisabetta Pozzi, Mariangela D’Abbraccio. Solo due amori veri nella sua vita: il sodalizio affettivo e professionale con Anna Proclemer e con la nobildonna Pia de Tolomei sposata nel 2007 con rito civile, più di trent’anni di differenza tra i due.
Una vita vissuta in nome dell’arte. Un maestro che mancherà al nostro teatro.

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