Gabriele Muccino: “Pasolini regista senza stile”. Valanga di critiche, lui sparisce da Facebook

Gabriele Muccino non si può definire un cuor di leone, questo ormai è chiaro. Tira il sasso e poi nasconde la mano. Cancella, ritratta, si nasconde, si dissolve. Nel momento in cui scriviamo, per esempio, è sparito da Facebook. Poi magari torna, eh. Ma al momento non è reperibile. Motivo? Evidentemente non ha retto la valanga di critiche che si è abbattuta su di lui dopo quel lungo post in cui ha analizzato e praticamente fatto a pezzi Pier Paolo Pasolini. Ah, ma sia chiaro: non discute il suo pensiero, il suo talento di giornalista e scrittore; no, dall’alto del suo sapere e delle sue competenze, condanna il regista. Definendolo “fuori posto“, “semplicemente un ‘non regista’“, “uno che usava la macchina da presa in modo amatoriale, senza stile, senza un punto di vista meramente cinematografico sulle cose che raccontava, in anni in cui il cinema italiano era cosa altissima, faceva da scuola di poetica e racconto ‘cinematico’ e cinematografico in tutto il mondo“. Ecco le parole messe in Rete da Muccino. Ecco le parole sparite. Il suo modus operandi è sempre lo stesso, l’ha già fatto diverse volte a proposito del fratello Silvio: sale in cattedra, punta il dito, vomita. Sembra voglia metterci la faccia. E poi… e poi niente. No, non si può definire un cuor di leone. E, al di là di questo, vien da chiedersi perché spesso superi in questo modo il senso della misura. Perché nel suo animo alberghi tutta questa rabbia, questo livore che, mescolato a un’innegabile presunzione, diventa una sorta di bomba atomica.

Cos’altro aveva scritto di Pasolini, comunque? Bah. Cose del tipo “Non basta essere scrittori per trasformarsi in registi. Così come vale anche il contrario. Il cinema Pasoliniano aprì le porte a quello che era di fatto l’anti cinema in senso estetico e di racconto“. Tant’è. E visto che lui ha cancellato tutto, è interessante leggere le risposte del popolo italiano. Il tenore è prevedibile: sono praticamente tutti avvelenati. Talmente avvelenati che l’hashtag #Muccino è entrato nelle tendenze di Twitter. Impossibile trascrivere tutti i commenti, ci limitiamo a riportarne qualcuno: “Nun se po fa niente pe le cazzate sparate da #Muccino?“, “Eh vabbè #Muccino aveva bisogno che si parlasse un po’ di lui e c’è riuscito. Ormai il meccanismo è vecchio!“, “Io forse non mi intenderò molto di cinema ma… se anche #Muccino può dire la sua allora siamo proprio al limite del ridicolo!“, “#Muccino è la ‘Sara Tommasi’ del cinema italiano“, “Interessante esegesi di Gabriele #Muccino sull’opera di #Pasolini, adesso sarebbe interessante ascoltare anche l’opinione di un regista“, “#Muccino potrebbe riuscire nell’impresa di farmi risultare simpatico #Pasolini“, “Come se Rocco Siffredi criticasse la recitazione di Al Pacino“.

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