Inside out, Pete Docter all’anteprima romana: “Tutto è nato guardando mia figlia”

Un’accoglienza a dir poco trionfale, quella ricevuta da Pete Docter all’Hotel De Russie di Roma dopo la proiezione stampa di Inside Out, nuovo film d’animazione Disney Pixar da lui diretto che – reduce dal successo ottenuto al 68esimo Festival di Cannes, dove è stato presentato in anteprima mondiale Fuori concorso – approderà nelle sale nostrane il 16 settembre per un totale di ben 700 copie. Accoglienza trionfale per Docter, degna di un Premio Oscar. E sempre oggi, lunedì 14, dopo il calar del sole ci sarà l’anteprima presso l’Auditorium Conciliazione e sul red carpet il noto regista verrà affiancato dai voice talent italiani Malika Ayane e Giovanni Caccamo ma anche i coach del web talent show Lodovica Comello, Frank Matano, Diana Del Bufalo, Dexter e Tess Masazza. Madrina della serata, Ilaria D’Amico.

Possiamo dirlo con certezza: Inside Out non deluderà le aspettative, per quanto alte esse siano. Le tecniche e la tecnologia con cui questa pellicola è stata realizzata sfiorano la perfezione, in questo senso la Pixar ha davvero superata se stessa e ha fatto bene a scommettere su Docter nella ricerca di qualcosa che fosse del tutto… Nuovo. La protagonista è Riley, una ragazzina di 11 anni. Ma protagoniste sono anche le emozioni – Gioia, Paura, Rabbia, Disgusto, Tristezza – che operano presso il Centro di controllo della sua mente, localizzato nel Quartier generale. Il “capo” del team è la Gioia, super vitale, simpatica e perennemente ottimista (doppiata nella versione originale da Amy Poehler); la Paura (doppiata nella versione originale da Bill Hader) garantisce alla ragazzina la sicurezza necessaria, la Rabbia (doppiata nella versione originale da Lewis Black) assicura il senso di equità e giustizia e il Disgusto (doppiata nella versione originale da Mindy Kaling) le impedisce di avvelenarsi sia fisicamente che socialmente. Tristezza (doppiata nella versione originale da Phyllis Smith) invece non sa bene quale sia il suo ruolo, ma in ogni caso fa parte del gruppo.

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La vita di Riley scorre serena nel Minnesota, dove abita insieme ai suoi genitori. Un improvviso trasferimento a San Francisco, però, cambia del tutto le cose. E minaccia di far precipitare la situazione. Sì, tutto sembrerà crollare, persino la solidità della famiglia stessa che mai era stata messa in discussione. E Riley sarà sul punto di perdere la sua Gioia insieme alle sue passioni e a tutto ciò che la faceva star bene. Un corto circuito in piena regola, che renderà davvero arduo il reperimento di una soluzione. E sarà proprio nel momento più critico che Tristezza scoprirà il suo vero compito: “Tutti – dice Docter – vorremmo avere una vita felice, ma non sempre è possibile e non sempre c’è il lieto fine. Di conseguenza, anche le emozioni negative hanno la loro funzione“.

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L’idea di questo film, di cui il premio Oscar ha scritto anche la sceneggiatura, è nata guardando sua figlia. Fino a undici anni è stata una bambina sempre solare e serena, dopo di che ha avuto momenti di buio. E’ diventata molto più riservata, ha cominciato periodicamente a chiudersi in se stessa. E lui si è chiesto cosa stessa accadendo nella sua testa, al contempo ricordandosi di quegli stessi stati d’animo vissuti quando aveva la sua età. L’adolescenza, ah l’adolescenza! “L’innocenza dell’infanzia – continua Docter – improvvisamente svanisce e si viene catapultati nel mondo degli adulti dove si è giudicati ed è necessario comportarsi in un certo modo. Bisogna essere cool, senza sapere bene cosa vuol dire“. Ed entrano in ballo le emozioni. Qua raffigurate come dei personaggi definiti, quasi delle caricature. Con addosso i “segni” di tutti i fumetti che Docter ha divorato nel corso degli anni. Un concetto ha sempre avuto chiarissimo in mente: “volevo rappresentare la mente, non il cervello“. E nella mente, signori, accadono cose inimmaginabili…

Foto by Velvet Cinema

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