Venezia72: Kristen Stewart acclamata, ma Equals non convince

Vista l’accoglienza, Kristen Stewart può essere considerata a tutti gli effetti una fra le regine della 72esima Mostra del Cinema di Venezia. E’ arrivata e ha incantato tutti, ha percorso il red carpet indossando un abito Chanel che la rendeva simile a una fata, una creatura eterea, quasi irreale. Bellissima. Tenera. Dolcissima. Ha deliziato il suo esercito di fan e ha conquistato nuovi estimatori, anche catturando l’attenzione di chi fino ad adesso era rimasto indifferente. Un successo, insomma. Lo stesso però non si può dire di Equals diretto da Drake Doremus, di cui la Stewart è protagonista insieme a Nicholas Hoult e Guy Pearce.

In corsa per il Leone d’Oro, ispirato a una storia dello stesso Doremus, il film descrive un ideale mondo del futuro dove gli esseri umani sono geneticamente modificati e privati delle emozioni. Motivo? Proteggere la società dalla guerra e da quei desideri, quelle ambizioni che hanno distrutto le generazioni precedenti. Tutti gli individui sono dunque uguali, vestiti di bianco, inespressivi e capaci soltanto di muoversi come dei robot.

In questo mondo reso così glaciale, Silas (Hoult) e Nia (Stewart) riescono a salvaguardare l’anima e la sua essenza grazie all’amore. E’, in estrema sintesi, una sorta di Romeo e Giulietta in versione fantascientifica. “È stato difficile – ha spiegato la Stewart in conferenza stampa – recitare l’assenza di emozioni, è stato come se stessi morendo. Era doloroso esprimere il nulla“. Nonostante il suo impegno, e quello dei suoi compagni di set, il risultato però non convince affatto. La struttura appare esile, per molti versi banale e scontata, e troppe volte va nella direzione della… Noia. Altri momenti, invece, risultati fin troppo melensi e sdolcinati. Manca la grinta, l’adrenalina, sono assenti i punti interrogativi che coinvolgono lo spettatore accompagnandolo fino alla scoperta del finale. L’impegno c’è e si vede, lo ribadiamo. Ma sarà anche colpa degli ambienti così asettici, fatto sta che l’ingranaggio non funziona come avrebbe dovuto. Però Kristen è Kristen…

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