Prendere in mano le redini di un film del genere non dev’essere affatto semplice, perché Mission: Impossible- Rogue Nation (guarda il trailer su Velvet Cinema) è il quinto capitolo di una saga decennale e le precedenti pellicole sono state firmate da maestri quali Brian De Palma, John Woo, J. J. Abrams e Brad Bird (anche se quest’ultimo era noto più che altro per i film d’animazione). Affidare la regia allo sceneggiatore come Christopher McQuarrie con poca esperienza dietro la macchina da presa (le uniche sue opere sono il dimenticabile Le vie della violenza del 2000 e il sottovalutato Jack Reacher – La prova decisiva uscito nelle sale tre anni fa) è parso a molti come un azzardo o addirittura una resa, pensando a una saga in via d’estinzione.
Niente di più sbagliato: il quinto Mission: Impossible regge tranquillamente il confronto con i suoi illustri predecessori e anzi risulta essere tra i più godibili ed equilibrati. Senza l’arroganza di voler inventare necessariamente qualcosa di nuovo, il regista (che in carriera ha curato lo script di I soliti sospetti, Operazione Valchiria ed Edge of Tomorrow – Senza domani) fa in modo che il film raggiunga il suo apice proprio nelle sfaccettature più classiche delle pellicole d’azione vecchio stile dove a farla da padrone erano il ritmo e i colpi di scena. Nelle due ore e 11 minuti di proiezione, gli spettatori vengono travolti da inseguimenti, sparatorie e combattimenti, alcuni veramente memorabili e comunque mai banali e soprattutto mai gratuiti. Perfino la trama viene spiegata nel corso delle scene d’azione stesse evitando punti morti o noiosi. E tutto il cast, il sempreverde Tom Cruise su tutti (ma anche ogni singolo personaggio secondario), funziona alla meraviglia.
Perfino la sottotrama romantica riesce a convincere perché non viene mai sviluppata secondo i canoni, rientrando piuttosto in un sottinteso che non catalizza l’attenzione risultando ancor più passionale. Ethan Hunt e la coprotagonista Ilsa, interpretata dalla svedese Rebecca Ferguson (Hercules), si sfiorano solo per “lavoro” e l’unica dichiarazione d’amore che si permettono è quella di salvare l’uno la vita all’altra e viceversa. Ecco spiegato il motivo del plauso della critica mondiale che lo ha paragonato a un James Bond vecchia maniera, affermando che ci sia più 007 qui che negli ultimi film incentrati sulla spia britannica stessa. Ed è vero: con Rogue Nation il caro, vecchio spionaggio torna grande protagonista al cinema.
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