The Space Between, Flavio Parenti: “Il cinema italiano deve andare oltre i nostri confini” [FOTO]

Si è svolta ad Udine, venerdì 22 maggio, la conferenza stampa di presentazione di The Space Between, una coproduzione italiana ed australiana (Ideacinema di Roma, Fantastificio di Trieste e Mondo Studio Film di Melbourne) diretta da Ruth Borgobello (anche sceneggiatrice insieme a Mario Mucciarelli). Le riprese (iniziate i primi di maggio) continueranno in Friuli Venezia Giulia fino al prossimo 13 giugno e nel cast figurano Flavio Parenti, Lino Guanciale e Maeve Dermody. Il film è ispirato ad una storia vera e parte dalla considerazione che la fine di qualcosa rappresenta anche l’inizio di un nuovo percorso. Così è successo alla stessa regista che ha raccontato di aver conosciuto suo marito Davide Giusto proprio il giorno in cui è morto il suo migliore amico. E così il tema dell’amore, dei sentimenti e della famiglia è protagonista dell’intera narrazione insieme a quello del lavoro.

In Italia purtroppo siamo abituati male – ha detto Parenti – è più facile per noi italiani lamentarci e rinunciare a sognare che sognare e lottare per raggiungere i nostri obiettivi“. Si parla della voglia di realizzarsi a livello lavorativo, senza però rinunciare a sognare. Flavio veste i panni di Marco, un trentacinquenne che lavora in una fabbrica, anche se vorrebbe fare il cuoco. Quando muore l’amico Claudio (interpretato da Guanciale), decide di prendere in gestione la sua libreria, nonostante navighi in cattive acque da diverso tempo. Proprio lì conosce Olivia (la Dermody), una ragazza che gli cambierà la vita per sempre. L’attore adora il suo personaggio, visto che dice (momentaneamente) addio al sogno di diventare chef per accudire il padre malato, ma, piano piano, riesce a ritrovare la sua dimensione.

Un progetto davvero interessante per una coproduzione internazionale: “E’ un modello da seguire – ha continuato Parenti – Il cinema fatto in Italia non deve guardare solo al pubblico italiano, ma deve andare ben oltre i nostri confini. Bisogna ragionare in un’ottica globale, bisogna produrre pensando di esportare all’estero. In Italia abbiamo tutto, dal territorio così vario e sorprendente a livello naturalistico, alla storia presente e unica in ogni comune italiano. Le professionalità e, anzi tutto ciò che l’Italia produce in ambito artistico, è guardato con ammirazione all’estero. Non abbiamo nulla da invidiare, ma abbiamo tanto da esportare e forse non ne siamo sufficientemente coscienti“.

Foto by Ufficio Stampa

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