Nadia Kibout: "Il mestiere di attore? Non bisogna mai fermarsi"

L”abbiamo vista di recente nel film tv Una casa nel cuore accanto a Cristiana Capotondi e Simone Montedoro, impersonava una di quelle persone senza un tetto sulla testa, costrette a vivere in un barcone sul Tevere ma capaci di conservare intatta la dignità e trarre nutrimento dalla forza dell”amore. Nadia Kibout è inoltre fra i protagonisti di Ameluk, film diretto da Mimmo Mancini – il primo – e sbarcato nelle sale cinematografiche di recente. Ambientato a Mariotto, un paesino della Puglia, nel periodo della tradizionale festa organizzata per la Via Crucis, racconta con “un tono seriamente divertente” (parole dello stesso Mancini, che fa pure parte del cast) i pregiudizi religiosi ed etnici e propone come soluzione un”autentica volontà di incontrarsi a metà strada. Spostando il punto di vista e identicando “l”altro” come un”occasione di crescita. Nel nome della pace e della tolleranza reciproca.

Venuta al mondo in quel di Saint-Etienne da genitori algerini, con i tratti del viso che raccontano di venti lontani, Nadia è una donna che nutre due grandi passioni: per il suo lavoro e per il Bel Paese. Riservata, perfezionista e consapevole, sa essere fiera di se stessa e si allena ad alzare l”asticella. Perché ciò che è stato finora ha portato emozioni e soddisfazioni, ma non basta. Si può fare (e avere) di più.

Nata in Francia da genitori algerini: cosa ti ha condotto in Italia?
Molto semplicemente l”amore mi ha portato qui. Come quasi ogni straniera che si incontra, direi. L”Italia è meravigliosa per amare, per vivere…

Il teatro e la tv sono arrivati prima del cinema: quale di questi due mezzi preferisci per esprimerti?
Sono cose ovviamente diverse. Io amo il teatro ed esprimermi attraverso di esso. E” unica la sensazione che si ha quando si è su un palco davanti al pubblico e ci si mette a nudo con l”anima. La tv ha tutt”altro modo di procedere, più complesso, e io ogni volta lo prendo come una sfida che mi arricchisce alla fine.

In che modo le tue origini influiscono sul tuo modo di recitare e sentire i personaggi?
Le mie origini le best online casino considero una ricchezza, per cui certamente fanno di me una persona complessa, intensa e piena anche di contraddizioni, a volte forse con poche certezze. Il mio “strumento”, già misto di suo, diventa così un contenitore che riempio ad ogni passo che faccio in più. Pensa che da poco ho scoperto avere un”origine in più tramite mio padre.

L’esordio sul grande schermo risale a circa dieci anni fa: soddisfatta del percorso fatto finora?
Sì, soddisfatta. Percorso non semplice ma di cui vado orgogliosa. Ci sono stati alti e bassi. Però ritengo avere fortuna nel fare il mestiere che per me è il più bello del mondo, mestiere che ho scelto io e nessuno per me. Mestiere che fa di me la persona più felice della terra ogni volta che mi viene data l”opportunità di farlo.

I traguardi che ti sei prefissata per questo 2015.
Girare un cortometraggio da regista e quindi raccontare qualcosa che mi preme. Poi da attrice girare almeno due film tra cui uno internazionale.

Come sei stata coinvolta nel progetto di Ameluk?
Mimmo Mancini mi ha contattato tramite la sua agente. Ci siamo incontrati e mi ha travolto con il suo entusiasmo e le sue convinzioni.

Come racconteresti questo film e il tuo personaggio?
Amida è una donna giordana, sposata, mamma di due figlie. Lavoratrice. Orgogliosa. Mite. Integrata per quanto gli è possibile. Ha un marito esuberante nei modi per cui si tiene un po da parte ma quando gli si tocca la sfera privata, familiare, quella del fratello in questo caso, lei tira fuori forza e coraggio per difendere anche contro suo marito, l”unica persona a lei vicina in un paese che non è il suo.

Di recente ti abbiamo visto nel film TV Rai Una casa nel cuore. Un progetto per certi versi simile a quello di Ameluk per quanto concerne alcune tematiche.
Sì, è stato un film molto sentito con un cast davvero affiatato, cosa piuttosto rara; non sai quanta gente mi ferma o mi scrive per lamentarsi del fatto che è stato troppo breve, avrebbero voluto durasse di più. Una casa nel cuore tratta del problema della casa, dell”integrazione di cittadini a livello sociale, della lotta portata avanti per avere un tetto. Ameluk tratta dell”integrazione di musulmani all”interno di un paesino del Sud. Integrazione riuscita fino a quando la si guarda in superficie e ognuno sta al suo posto: il mio personaggio, infatti, gestisce un ristorante specializzato in kebab con il marito. Quando però il protagonista Yusuf, fratello di Amida, si avvicina troppo al mondo cristiano gli equilibri iniziali, fragili, crollano ed il paesino viene travolto da un”ondata politica affarista e da un razzismo dapprima sopito.

Perché fai l”attrice?
E” la mia vita. Altro non potrei fare. Per me recitare è vivere.

Cӏ spazio per gli attori emergenti in Italia?
Secondo me si. Io penso che ci sia spazio per tutti, tenendo conto che il fattore fortuna gioca molto la sua parte, essere al posto giusto al momento giusto. Un mestiere, il nostro, fatto di incontri. Perciò mai fermarsi!

Il momento più bello e intenso della tua carriera.
Per il teatro direi quando sono stata scelta da Sergio Castellito per lo spettacolo Il Dubbio con Stefano Accorsi, fu una tournée che non dimenticherò mai, con la grande Lucilla Morlacchi dalla quale ho imparato molto e che purtroppo ci ha lasciato da poco. Sergio è una fonte di ispirazione davvero importante. Per il cinema, il film The Rite con Sir Anthony Hopkins, esperienza incredibile, lui così gentile e disponibile. Un set americano dove c”era solo da imparare. Ma anche il mio primo film, Balletto di guerra di Mario Rellini, film drammatico che mi ha trasmesso tanta emozione. Per la tv, invece, il momento più bello coincide con un film francese in 2 parti, Les Predateurs di Lucas Belvaux: per la prima volta mi calavo in un personaggio realmente esistito. Abbiamo girato in Africa in Burkina Faso, splendida terra, e nella Parigi super chic.

Il tuo sogno più ambizioso.
Conquistare, con il mio lavoro di attrice, il premio più ambito.

Impostazioni privacy