Di The Face of an Angel, il film diretto da Michael Winterbottom (Butterfly Kiss, Codice 46, Benvenuti a Sarajevo) e ispirato alla storia di Amanda Knox, non si parla praticamente da mesi. Le ultime notizie risalgono allo scorso anno quando sono state diffuse le prime immagini della pellicola: un teaser di trenta secondi pubblicato da Variety (guardalo su Velvet Cinema). Ora invece è finalmente disponibile il trailer ufficiale con protagonisti Cara Delevingne (nei panni della Knox), Daniel Bruhl, Kate Beckinsale e Valerio Mastandrea. Il lungometraggio – girato interamente in Toscana, prodotto dalla Bbc in collaborazione con Cattleya e presentato al Toronto Film Festival del 2014 – sarà nelle sale cinematografiche statunitensi e britanniche il prossimo 27 marzo, mentre la data d’uscita italiana ancora non è stata annunciata.
Winterbottom ha precisato che il film prende solo spunto dal vero caso di cronaca (riguardo l’uccisione di Meredith Kercher) che ha interessato così tanto i media nel corso di questi anni (la protagonista infatti si chiama Jessica Fuller e non Amanda) e che invece si basa sul libro Angel Face: Sex, Murder and the Inside Story of Amanda Knox di Barbie Latza Nadeau (giornalista americana che vive a Roma da qualche tempo): “Il caso Knox – ha detto il regista durante la lavorazione – è solo l’opportunità per capire perché le persone siano così interessate al crimine, ogni tipo di persona, dalle più comuni ai giornali, tv e radio. La gente è interessata al crimine in generale e a questo ancora di più perché è un caso irrisolto“.
La storia narra del regista Thomas Lang (interpretato da Bruhl) che vuole dirigere una pellicola su un caso giudiziario a cui sta indagando: l’omicidio di una studentessa inglese (Elizabeth Pryce). Nel corso delle ricerche l’uomo inizia una frequentazione con una giovane barista, ovvero la coinquilina di Elizabeth che è ritenuta colpevole insieme al fidanzato italiano. Thomas perde il controllo, ma allo stesso tempo ripensa al rapporto con sua figlia, dopo aver notato che tutti i riflettori sono puntati sull’accusata e non sulla povera vittima.