Maraviglioso Boccaccio: i fratelli Taviani tornano con una commedia amara

Esce domani, giovedì 26 febbraio, nelle sale cinematografiche Maraviglioso Boccaccio (guarda il trailer ufficiale), nuovo film scritto e diretto dai fratelli Paolo e Vittorio Taviani e con un cast davvero eccezionale: Riccardo Scamarcio, Carolina Crescentini, Kim Rossi Stuart, Kasia Smutniak, Paola Cortellesi, Vittoria Puccini, Lello Arena, Michele Riondino, Jasmine Trinca, Josafat Vagni, Eugenia Costantini, Miriam Dalmazio, Rosabell Laurenti Sellers, Melissa Anna Bartolini, Camilla Diana, Niccolò Diana, Ilaria Giachi, Barbara Giordano, Beatrice Fedi e Fabrizio Falco. La pellicola – prodotta da Luigi Musini e Donatella Palermo per Cinemaundici e Stemal in collaborazione con Rai Cinema ed in coproduzione con la francese Bis Films – si basa sulle vicende di dieci ragazzi (tre uomini e sette donne) che raccontano a turno cinque novelle del Decamerone di Boccaccio per l’appunto.

Non a caso il percorso artistico dei Taviani è sempre stato caratterizzato da un forte legame tra cinema e letteratura (come per esempio con il tanto amato Tolstoj o con Pirandello). Per i registi il Decamerone è solo un punto di partenza, una sorta di simbolo per spiegare la crisi dei giorni nostri. La peste (quella del ‘300 a Firenze) diventa praticamente una metafora di tutto il male che ci circonda e che spesso ci rende infelici. Tocca proprio ai giovani d’oggi (le vittime più esposte a questa specie di “epidemia”) sperare in una rinascita, anche grazie alla fantasia. Le interpretazioni degli attori sono senza dubbio di qualità (come anche la fotografia). Paolo e Vittorio sono riusciti a dirigerli al meglio senza scadere nella banalità e puntando in particolar modo sull’espressività. Guardando il film si ha l’impressione che mettere insieme tutti questi volti noti del piccolo e del grande schermo sia stato un po’ esagerato. Un azzardo. Probabilmente il progetto avrebbe avuto un ottimo risultato anche con meno interpreti così famosi.

Si tratta di un film attuale, nonostante i protagonisti abbiano girato in costume. Forse perché tratta di un tema che nei secoli non ha mai smesso di preoccupare la gente: l’angoscia verso un futuro sconosciuto. Il tutto ovviamente condito con la classica commedia per strappare qualche risata, a volte amara, a volte quasi forzata. In fondo non si può sempre piangere.

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