Angelina Jolie a Roma per incontrare Papa Francesco: Unbroken proiettato in Vaticano

Chi l’avrebbe mai detto. Forse nemmeno lei stessa, Angelina Jolie, sarebbe riuscita a immaginare una cosa simile. Soprattutto ai tempi in cui era una bad girl in piena regola, preda dei suoi tormenti, amante delle provocazioni, seguace di uno stile di vita a dir poco discutibile. Ma tanta acqua è passata sotto i ponti. Grazie al tempo, a una sopraggiunta maturità, a una serie di prese di coscienza e al grande amore donatole da Brad Pitt, la Jolie oggi è completamente diversa rispetto al passato. E’ una moglie, una madre, un’attrice, una regista appassionata. Sostiene cause benefiche e ha affrontato il rischio di ammalarsi di tumore con coraggio ammirevole, lasciando che entrambi i suoi seni fossero asportato. Però, appunto, chi mai avrebbe detto che sarebbe stata ricevuta da un Pontefice? E invece sta per succedere: proprio oggi, 8 gennaio, il suo Unbroken verrà proiettato in Vaticano, precisamente alla Casino Pio IV. Lei ci sarà, insieme a Luke Zaperini, il figlio di Louis cui è dedicato il film. E nella nota ufficiale diffusa dalla casa di produzione del film si fa sapere che è atteso anche Papa Francesco.

UNBROKEN, IL TRAILER: GUARDA

Essere invitata con il mio film in Vaticano – ha commentato la Jolie – è un onore oltre che un grande tributo per la storia che ho raccontato in Unbroken, la vicenda dell’eroe è un grande esempio di forza e perdono“. Il film, seconda prova di Angelina dietro la macchina da presa dopo In the land of blood and honey, è l’adattamento del libro Unbroken: A world war II story of survival, resilience and redemption di Laura Hillenbrand, già autrice di Seabiscuit, da cui è stato tratto l’apprezzato film omonimo di Gary Ross.

Con una sceneggiatura firmata dai fratelli Joel e Ethan Coen, ricostruisce la storia di Zamperini, condottiere olimpico statunitense ed eroe di guerra che riuscì a resistere per ben quarantasette giorni senza acqua né cibo dopo che il suo aereo precipitò nell’Oceano Pacifico. Fu catturato dai giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale, poi riebbe la libertà ma non gli incubi non gli lasciarono scampo e anzi lo spinsero nel tunnel dell’alcolismo. Riuscì a guarire, sotto ogni punto di vista, grazie al matrimonio con una ragazza semplice e dai valori solidi e, soprattutto, alla riscoperta della fede. E’ morto lo scorso 2 luglio a novantasette anni.

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