My old lady, con Kevin Kline: recensione

Un film discreto, elegante, dai toni pacati. “My old lady”, da giovedì nelle sale italiane è diretto dall’esordiente alla regia Israel Horovitz, già grandissimo sceneggiatore di “Fragole e sangue”. Interpretato da Kevin Kline, Kristin Scott Thomas e Maggie Smith racconta una storia delicata, ambientata in una Parigi decadente, romantica e misteriosa.

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Proprio a Parigi arriva Mathias (Kline), ex alcolista e squattrinato, per riscuotere l’eredità lasciatagli dall’odiato padre: una bellissima casa al Marais. Al suo arrivo però Mathias scopre che la casa è abitata da Mathilde, elegante anziana e dalla figlia di lei, interpretata da Kristen Scott Thomas, zitella inacidita dalla vita che non ha fatto altro che vivere all’ombra della madre. Mathias scopre che per la legge francese la casa non potrà essere sua fino alla morte d Mathilde e in più dovrà pagarle un vitalizio mensile. L’uomo deciderà di restare nella casa per cercare una soluzione e intanto scoprirà grandi legami tra la sua famiglia e quella di Mathilde.

Il film ha un’atmosfera lieve, mai tragica, e l’umorismo di Kline riesce sembra a smorzare i toni e a non cadere nella drammaticità delle situazioni. La pellicola parla della difficoltà dell’essere genitori senza far cadere le proprie colpe sui figli e di come, molto spesso, gli stessi figli ignorino la vita segreta dei genitori. “Ho scelto il film “My Old Lady” perché mi era sembrato un film originale, unico, strano, capace di muoversi su una linea sottile tra commedia e dramma, come succede nella vita. In ogni momento, anche nel peggiore si può trovare l’umorismo“, ha dichiarato Kevin Kline.

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