Volfango De Biasi, Un Natale stupefacente: “Una scommessa che voglio vincere”

Nell’estate del 2012, dopo una lunga serie di titoli che hanno segnato la storia del cinema italiano contemporaneo, con le loro caratteristiche ben precise, Aurelio De Laurentiis ha annunciato l’addio al cinepanettone. Ma non la fine dei film natalizi targati Filmauro, intendiamoci. De Laurentiis sentiva l’esigenza di progetti che si sviluppassero in modo diverso, rinunciando alla sfacciataggine priva di limite, al turpiloquio, a quelle sberle che puntualmente volavano in qualche scena; a quella forma di umorismo che attinge anche alla volgarità, se necessario. Il nuovo corso è cominciato nel dicembre di quello stesso anno con Colpi di fulmine, film diretto da Neri Parenti e interpretato da Christian De Sica, Lillo e Greg, Luisa Ranieri, Arisa, Anna Foglietta, Simone Barbato. I numeri hanno dato ragione al noto produttore, che ha scommesso su una commedia garbata, divisa in due episodi, capace di coniugare il tema amoroso con l’ilarità. L’incasso ha toccato quota dieci milioni di euro. Un successo bissato il Natale successivo con Colpi di fortuna, ancora per la regia di Parenti e ancora con De Sica, Lillo e Greg, questa volta affiancati da Luca e Paolo e Francesco Mandelli.

Ora. La sceneggiatura di entrambe le pellicole porta la firma dello stesso Parenti, di Volfango De Biasi, Alessandro Bencivenni e Domenico Saverni. Lo storico sodalizio fra Neri Parenti e Aurelio De Laurentiis, poi, è giunto al capolinea. Non per litigi o incompatibilità, ma semplicemente perché il contratto è scaduto. E non c’è stata la volontà di rinnovarlo. Il regista toscano è approdato su altri lidi, girando Ma tu di che segno sei? con Massimo Boldi, Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, Ricky Memphis, Pio e Amedeo. La Filmauro, da parte sua, ha affilato le armi e puntato su Volfango De Biasi, sulla sua penna ma anche sulle sue qualità di regista. Romano, 42 anni, De Biasi ha studiato recitazione a Parigi e Los Angeles e poi debuttato dietro la macchina da presa con un segmento del film a Esercizi di stile del 1996 (Senza uscita). Ha poi realizzato cortometraggi, videoclip, documentari (fra cui Matti per il calcio e Solo Amore); nel 2007 ha diretto Come tu mi vuoi (con Nicolas Vaporidis e Cristiana Capotondi) e nel 2009 Iago (con Vaporidis e Laura Chiatti). Nel 2010 ha sceneggiato l’ottimo Venti sigarette e poi è arrivato alla Filmauro. E’ stato “a bottega”, come dice lui stesso. Fino a quando è arrivata la “fatidica” proposta: girare Un Natale stupefacente con Ambra Angiolini, Paola Minaccioni, Paolo Calabresi,il piccolo Niccolò Calvagna, Francesco Montanari e Riccardo De Filippis.

Bella responsabilità ereditare il testimone di Neri Parenti: che effetto fa?
Ho iniziato a lavorare per la Filmauro come sceneggiatore, sono stato a bottega e sicuramente ho imparato molto da Neri, a cominciare dallo sviluppo della gag – in cui è un vero maestro – e passando per la messa a fuoco di tutti i tempi di lavorazione. Devo dire che da una parte mi vien quasi da ridere, perché non avrei mai pensato di raccogliere lo scettro che è appartenuto a Vanzina prima e poi a Neri, registi capaci di fare record d’incassi e incidere profondamente nella cultura popolare. Non avrei mai pensato di subentrare a loro nella guida di quest’ammiraglia. D’altra parte, ovvio, per me è un grande riconoscimento. Credo però che sarebbe assurdo fare un confronto, sarebbe una follia. Spero piuttosto di non deludere il pubblico con uno stile che è sicuramente diverso rispetto a quello dei miei predecessori.

Un Natale stupefacente appartiene al nuovo indirizzo della Filmauro ma molti ancora lo definiscono un cinepanettone: ti dà fastidio?
“Cinepanettone” è un termine giornalistico creato per identificare un prodotto di fruizione natalizio, un appuntamento fisso; all’inizio era usato con connotazione dispregiativa, col tempo è arrivato a coincidere semplicemente con la commedia natalizia capace di ottenere un risultato eccezionale e di divertire il pubblico. In tal senso no, non mi dà fastidio.

UN NATALE STUPEFACENTE, IL TEASER TRAILER: GUARDA

Però ci sono differenze rispetti ai cinepanettoni classici, come hai detto tu stesso.
Il prodotto deve adattarsi ai gusti della gente. Gli spettatori crescono, cambiano, e si cerca di andare loro incontro. Sicuramente questo è il primo film natalizio della Filmauro basato su una storia unica e un intreccio forte. Non ci sono più gli episodi, è una commedia corale che ha come protagonisti 6,7, 8 personaggi e che rappresenta un nuovo tentativo per incontrare la sensibilità di chi entra in sala e mettere in campo un linguaggio al passo coi tempi.

Ti sei occupato anche della sceneggiatura.
Esatto, di nuovo insieme a Alessandro Bencivenni e Domenico Saverni; si sono però aggiunti Gabriele Pignotta e Francesco Marioni. Un’altra differenza rispetto a Colpi di fulmine e Colpi di fortuna è che non c’è la penna di Parenti. Quando cambia il capo sceneggiatore, per forza di cose muta anche l’impronta di tutto il film.

Ma l’impronta di Parenti sarà nelle sale in quegli stessi giorni…
Beh, il suo film esce una settimana prima (cioè l’11 dicembre, mentre Un Natale stupefacente arriva il 18, ndr). E’ una sorta di confronto tragicomico, fra genitori e figli, fra il vecchio e il nuovo. Ma auguro a Neri tutto il bene possibile, lo dico davvero. Anche se, naturalmente, spero che il mio film vada alla grande (ride, ndr)!

La sceneggiatura è stata scritta prima che cominciassero le riprese?
Un Natale stupefacente è un istant movie, realizzato in un anno soltanto e dunque a grande velocità. La sceneggiatura è cominciata un po’ prima delle riprese, basata sui due protagonisti ovvero Lillo e Greg, autentiche forze della natura; poi sono stati arruolati gli altri attori e abbiamo “cucito” anche su di loro. Le fasi di scrittura e regia, dunque, a un certo punto si sono sovrapposte.

Tu come lavori ai personaggi?
Amo il cinema americano e le sue maschere forti, e da esso prendo ispirazione. Da noi si tende a simulare la realtà, anche se poi non si tratta mai di situazioni reali al cento per cento. Comunque io, ai personaggi della porta accanto, preferisco senza dubbio i super caratteri, quelli più “tirati”, che per certi versi arrivano al limite del paradossale.

Ambra interpreta Genny e ha detto che è la prima volta che si trova a interpretare “un personaggio così dichiaratamente femminile”: perché avete scelto lei?
Premetto che, da sempre, io adoro i personaggi femminili. E da sempre mi diverto, diciamo così, a sfidare l’attore chiedendogli di fare un passo in più. Di mettersi alla prova con personaggi “diversi”. Ambra aveva tutti i requisiti per vestire i panni di Genny – la donna a cui ruota tutto l’intreccio, colei che ha un ruolo nel ruolo e deve sedurre con leggerezza – e infatti il suo è stato un ottimo lavoro. Con i suoi 25 anni di esperienza nel mondo dello spettacolo, così saldamente presente nell’inconscio italico collettivo, Ambra è stata la scelta meno scontata ma anche una scommessa vinta.

Con quale spirito è arrivata sul set?
Con lo spirito che avevamo tutti. Tutti, il primo giorno di set, abbiamo paura. Così come tutti, in corso d’opera, abbiamo attraversato momenti di sconforto e timori. Ma in generale sul set c’è stata una grande armonia, un clima di festa. Nessun problema, zero ansie.

Nel cast c’è anche il piccolo Niccolò Calvagna, che ormai è gettonatissimo.
Niccolò è un mostro di bravura. Strabiliante. E lavora anche con estrema serietà: capita anche che bacchetti l’aiuto regista, eh! (ride, ndr)

Anche Francesco Montanari e Riccardo De Filippis, come Ambra, sono stati chiamati a interpretare ruoli per loro inediti.
Sì, sono due inediti e comicissimi assistenti sociali. Hanno raccolto la sfida e saputo mettersi in gioco fino in fondo come tutti gli altri interpreti. Devo dirlo: sono felicissimo del mio cast. Perché sono tutti attori, prima che comici.

Sei soddisfatto di loro. Sei soddisfatto anche di te stesso?
Sì. Vedi, se si fa un film di grande tiratura bisogna per forza di cose mettere da parte l’ego e anche, sotto molti punti di vista, nascondere il proprio lavoro. Cercare di essere il più onesti possibile. Tenere sempre in mente che è un prodotto per fa sognare la gente, quindi non c’è davvero spazio per deliri espressivi o cose simili. Ma voglio ripeterlo: dagli attori ai fotografi, a chi portava il caffé, nessuno si è risparmiato. Sono stato fortunato.

E non dimentichiamo che si tratta di un film costato molto meno rispetto ai cinepanettoni tradizionali. Quelli delle vacanze in giro per il mondo, per intenderci.
E’ un film costato sensibilmente meno ma che ha l’ambizione di non far vedere un impegno minore. Anzi. Tra l’altro, si consideri che se c’è bisogno di prodotti nuovi con costi diversi, automaticamente si creano la chance per le generazioni nuove.

Cosa farai dopo, lo sai già?
No. Ci penserò verso febbraio, e comunque dopo il responso del pubblico. Posso dire che ho sempre cercato di fare film che non sapevo fare, mi sono sempre preoccupato di assimilare le regole del gioco e questo sì, continuerò a farlo. Così come continuerò a stimolare la fantasia, perché non c’è limite. Non ci sono limiti neppure con Lillo e Greg: con loro si può fare qualsiasi genere di film, anche una bella spy story…

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