Gianni Amelio, Felice chi è diverso: “Sono omosessuale”

E’ successo. C’è voluto un bel po’, ma alla fine è successo: il regista Gianni Amelio, 69 primavere raggiunte qualche giorno fa, ha deciso di fare outing. E di svelare a tutti la sua omosessualità. Ha scelto il quotidiano Repubblica e un’occasione che calzava a pennello: il suo documentario Felice chi è diverso sarà proiettato per la prima volta in assoluto durante il Festival di Berlino 2014, in programma dal 6 al 14 febbraio. E il suo documentario è un viaggio nel mondo degli omosessuali italiani che comincia ai primi del Novecento e si conclude negli anni Ottanta. Gianni Amelio lo rivela con quella pacatezza che da sempre lo caratterizza: è gay, sì.

Troppo tardi per la fatidica rivelazione? “Alla mia età – dice a Natalia Aspesi – sarebbe un po’ tardivo, forse ridicolo. Altri dovrebbero essere i coming out davvero importanti, di chi froda il fisco per esempio, di chi usa la politica per arricchirsi. Comunque credo che chi ha una vita molto visibile abbia il dovere della sincerità: e allora sì, lo dico per tutti gli omosessuali, felici o no, io sono omosessuale“. Applausi a scena aperta, se li merita tutti.

Così ridevano (Leone d’oro a Venezia 1998), Lamerica, Le chiavi di casa, L’Intrepido: sono diverse le pellicole dirette da Amelio che hanno dato qualità al cinema nostrano; l’omosessualità è stata già affrontata con I ragazzi di Via Panisperna (1988), in cui si lascia intendere che fra le cause della scomparsa di Ettore Majorana potesse esserci la sua “diversità”. Quanto a Felice chi è diverso, i contenuti sono top secret e bisogna attendere l’evento berlinese; di certo, però, il noto cineasta ha fatto un accurato lavoro di scavo e documentazione – tante anche le testimonianze – per trattare l’argomento in tutte le sue sfaccettature, senza risparmiare qualche tono di denuncia. “Felice chi è diverso – ha dichiarato lo stesso autore tramite un comunicato – è un viaggio in un’Italia segreta, raramente svelata dalle cineprese. È un viaggio fatto di storie raccolte dal Nord al Sud del Paese, di chi ha vissuto sulla propria pelle il peso di essere un ‘diverso’. Racconti di repressione, censura, dignità, coraggio e felicità“. Nelle sale i primi di marzo, distribuito dall’Istituto Luce.

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