Il capitale umano: gli amministratori di Como e Monza contro Paolo Virzì

Domani, 9 gennaio, arriva nelle sale Il capitale umano. Ergo, l’ultima fatica di Paolo Virzì con un solido cast composto da Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Gifuni, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Luigi Lo Cascio, Giovanni Anzaldo e gli esordienti Matilde Gioli e Guglielmo Pinelli. Cast solido per un film solido, libera trasposizione dell’omonimo thriller di Stephen Amidon: la sceneggiatura porta la firma dello stesso Virzì, di Francesco Bruni e Francesco Piccolo; l’ambientazione – rispetto alla vicenda originale – è spostata dal Connecticut a una Brianza con atmosfere a tratti inquietanti ma al contempo dense di fascino. C’è da scommetterci, questo film farà strada. Eppure, c’è già chi l’ha condannato.

Il quotidiano La Repubblica riporta infatti i malumori di alcuni amministratori di Como e Monza, che storcono il naso dinanzi agli scenari disegnati da Virzì, ai paesaggi poco amichevoli, alle ville che trasudano soldi e solitudine da ogni trave. Andrea Monti, assessore leghista al Turismo della Provincia di Monza e Brianza, parla di stereotipi e protestacontro quella logica che da sempre mostra la Brianza come un modello negativo abitato da gente che si è arricchita velocemente“, condannando “il contributo da 700mila euro ricevuto dal ministero dei Beni Culturali per la realizzazione della pellicola” e sottolineando come la Brianza sia “una delle aree che più contribuisce a finanziare i bilanci di questo Stato“. Il presidente della Provincia di Monza Dario Allevi accusa Virzì di “generalizzazioni” e “gli farei vedere l’associazionismo – si sfoga – il mondo dei piccoli e medi imprenditori che si svegliano presto tutte le mattine per andare al lavoro“.

L’assessore comunale alla Cultura di Como, Luigi Cavadini, punta il dito contro quella che gli sembra “una lettura sballata e falsa” e invita Virzì a un confronto pubblico; un invito condiviso (oppure è una provocazione?) anche dal sindaco Mario Lucini affinché il cineteatro Politeama possa tornare il prima possibile agli antichi splendori. Ora. Questa pellicola contiene in sé degli argomenti di discussione e riflessione, è innegabile. Ma non pare proprio che il regista abbia voluto fare di tutta l’erba un fascio. Si focalizza su personaggi ben precisi, su un microcosmo ben preciso fatto di denaro, insoddisfazione, ambizione bruciate, fame d’amore. Non vuole essere il ritratto di un intero territorio, e meraviglia che qualcuno lo pensi. O forse di mezzo c’è una sorta di istinto di protezione, chissà. Virzì non è per nulla turbato da siffatte critiche, anzi risponde – su Twitter – con un’ironia palese. E in compenso la Lombardia Film Commission esprime massima soddisfazione tramite il direttore generale Alberto Contri: “Offrire il nostro contributo
a questo progetto è stato un onore, anche perché una delle nostre finalità è far conoscere un territorio lombardo che ha molto da offrire sotto il profilo cinetelevisivo
“. Appuntamento dal 9 gennaio al cinema.

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