Valeria Bruni Tedeschi, Un castello in Italia: “Non è un film autobiografico”

Dopo aver fatto il pieno di applausi al 66esimo Festival di Cannes (unica regista donna in concorso), Valeria Bruni Tedeschi approda sul banco di prova più temuto: il confronto con il pubblico. Arriverà infatti nelle sale il prossimo 31 ottobre il suo terzo lungometraggio, Un Castello in Italia, che la vede anche protagonista insieme a Luis Garrel e Filippo Timi. E’ la storia di una grande famiglia borghese industriale che durante gli anni di piombo riesce a mettersi in salvo partendo alla volta della Francia. Valeria veste i panni di Louise Rossi Levi, che s’innamora del più giovane Nathan (Louis Garrel) proprio nel periodo in cui le sue vicende private vanno inesorabilmente verso il declino: il fratello Ludovic (Timi) è malato di Aids e la madre (Marisa Borini, genitrice di Valeria anche nella realtà) è costretta a vendere la grande casa a Castagneto Po, ovvero il Castello in Italia del titolo, realmente appartenuto ai Bruni Tedeschi. Nel cast anche Pippo Delbono (nel ruolo di un prete) e Silvio Orlando (il sindaco di Castagneto).

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La pellicola è dedicata a Virginio, il vero fratello di Valeria e Carla Bruni Tedeschi, scomparso nel 2006 a 46 anni; l’attrice e regista, però, sottolinea che non si tratta di un racconto autobiografico: “Io direi – dichiara durante un’intervista a Repubblica – che ho scritto la sceneggiatura prendendo spunto dalla realtà mia, loro, da ciò che ci circonda; poi abbiamo lavorato e della realtà è rimasta un’eco“. Sarà. Però gli elementi coincidenti sono parecchi. A cominciare da quel castello in cui Valeria ha abitato con i suoi: sono talmente intensi e vivi, i ricordi, che non ha voglia di parlarne.

Ma in fondo ciò che conta è altro. Ciò che conta è che siamo difronte a un film ben fatto, in cui malinconia e comicità s’intrecciano con armonia. E questo era il principale obiettivo della Bruni Tedeschi: “raccontare la vita senza aver paura dell’allegria, della malinconia, dell’ansia, della fuga del tempo, delle contraddizioni, della velocità“. Paura di niente. La parola alla gente, adesso.

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