#Intervista – Ilaria Stagni: “Bart Simpson sempre nel mio cuore!”

Dici Ilaria Stagni e pensi Bart Simpson. Dopo 22 stagioni televisive e un film, la voce di Bart doppiata dalla simpaticissima Ilaria Stagni è ormai nell’immaginario collettivo. Purtroppo questo legame profondo e viscerale si è interrotto a partide dalla 23esima stagione, scatenando un putiferio sul web. I fan non accettano la scelta editoriale di Mediaset e Fox, ed è abbastanza palese quanto “I Simpson” come prodotto abbiamo perso di fascino col cambio di voci.

Abbiamo dunque colto l’occasione di contattare Ilaria Stagni per un’intervista a tu per tu: conosceremo Ilaria come professionista, come donna e come madre. Ma soprattutto come persona schietta e di cuore. Se la maggior parte dei fan la ricorda come doppiatrice di Bart Simpson, non possiamo dimenticare nella sua vasta carriera alcuni ruoli, ad esempio: Barret Oliver (Bastian) ne “La Storia Infinita“; Scarlett Johansson nella “trilogia” di Woody Allen; Kate Winslet (Ofelia in “Hamlet“), Eva Longoria nella serie “Desperate Housewifes“, Miranda Otto (Eowyn ne “Il Signore degli Anelli“); Shan-Pu in “Ranma 1/2“; Pochaontas nei due film animati Disney; Maculay Culkin in “Mamma ho perso l’aereo“; fino ad arrivare al gattino Jiji di “Kiki – Consegne a domicilio“, la piccola gemma nascosta del maestro Miyazaki, ora al cinema a 3€ con la promozione della Festa del Cinema. La lista di tutte le voci di Ilaria sarebbe lunghissima, quindi procediamo oltre, lasciandovi alle sue parole, buona lettura!

VC – Il pubblico può ascoltare ora al cinema il tuo lavoro in “Kiki – Consegne a domicilio”, nel ruolo del simpaticissimo gatto Jiji. Da 1 a 10 quanto ti era simpatico Jiji? Ti sei divertita?

IS – Quel gattino nero è un amore! Chi non lo vorrebbe accanto? E in più è magico e parla… E’ il massimo!!! Si, mi sono divertita molto a doppiare Jiji, e la cosa buffa è che l’ho ridoppiato sempre io a distanza di non so quanti anni… Ma i cartoni non hanno età, non invecchiano mai, è questa la cosa bella. Basta ritrovare quel bimbo che è in te, e puoi trasmettere freschezza all’infinito! Devo confessare che ora che ho il mio secondo figlio che ha 2 anni li rivedo volentieri, e adoro anche quelli un po’ datati, come “Il libro della giungla” ad esempio. E posso godere di quel doppiaggio meraviglioso, fatto dai grandi del doppiaggio che ormai non ci sono più.

VC – Come hai trovato la nuova traduzione dei testi, opera di Elisa Nardoni? Ti piace questa nuova forma, più fedele all’originale giapponese di quanto aveva fatto la Disney 10 anni fa?

IS – Sinceramente questa è una domanda difficile per me, poichè io non parlo giapponese e non saprei valutare… Però in sala mi sono trovata benissimo con i dialoghi.

VC – Gualtiero Cannarsi ha un curriculum da cultore di anime e manga, ed è ormai legatissimo allo Studio Ghibli e alla Lucky Red. Come ti trovi con lui come direttore del doppiaggio? Lavorate bene assieme?

IS – Si, Gualtiero direi che è un “cultore” di anime, e di Miyazaki in particolare, ed è preparatissimo. Inoltre parla giapponese ed è uno “stakanovista al limite del paranoico” [Ride], quindi pretende tanto. Ma è una gioia lavorare in armonia e finalmente con un po’ di calma, avere il tempo di rifinire e cesellare il lavoro!

VC – Nella tua vasta carriera hai affrontato molti personaggi sia reali che animati, e molti generi. Se dovessi sceglierne uno in assoluto, quale sarebbe è il tuo personaggio preferito? Quale ruolo ti ha dato la maggior soddisfazione nell’interpretarlo?

IS – Beh, ne ho interpretati talmente tanti che sono molti i miei preferiti, e forse sono più legata ad uno specifico lavoro fatto in un film piuttosto che ad un personaggio in particolare. Diciamo che tra “gli umani” spazio da un Ofelia di “Hamlet” (Kate Winslet) e finisco con una Scarlett Johansson di “Match Point”, passando per una nuora frustrata Jennifer Lopez in “Quel mostro di suocera”. E non dimenticando quel simpatico Macaulay Culkin di “Mamma ho perso l’aereo” o quella ricciolona rossa Aileen Quinn in “Annie”. Per quanto riguarda i “non umani” come non poter citare il mio alter-ego giallo Bart Simpson, o quella scimmia pazza di Terk in Tarzan… ma la lista sarebbe infinita davvero…

VC – Ed invece c’è una voce che avresti sempre voluto doppiare, ma che fino ad ora non hai ancora avuto l’occasione di interpretare?

IS – Purtroppo il mio è un desiderio che rimarrà un sogno: morirei per poter doppiare Audrey Hepburn, o anche Meryl Streep. Ma per la prima mi rifiuterei di toccare il doppiaggio originale (che per me è sacro, in generale) e alla seconda per questioni d’età non potrei mai avvicinarmi, quindi…

VC – Come scegli le sfumature della tua voce tra un personaggio e l’altro? Ti ispiri alle voci originali? Alla fisicità dell’attrice o del personaggio da doppiare?

IS – Tutte queste cose, e ancora di più: io lo chiamo “metodo Stagnislasky”, dicono che funzioni [Ride]

VC – Quanto è difficile rendere una voce sensuale senza poter usare la fisicità che può usare l’attrice in scena?

IS – Devo dire che, per mia grande fortuna, non mi è mai stato troppo difficile. In più per carattere amo le sfide, quindi più una cosa è difficile, più mi diverto! In realtà il mio talento credo di averlo ereditato dai miei genitori: Lorenza Biella e Vittorio Stagni, due “enormi” attori e doppiatori, quindi devo dire di aver avuto mooolta fortuna!

VC – Preferisci doppiare personaggi animati, o attori in carne ed ossa? Dove sono le differenze tecniche tra gli uni e gli altri nel tuo lavoro?

IS – Mi piacciono entrambe le situazioni… Trovo che i cartoni siano leggermente più difficili da doppiare, perchè su un volto umano leggi lo sguardo; sul cartone, per quanto sia fatto bene, magari il doppiaggio a volte si scolla dal disegno…

VC – Molti dei nostri lettori spesso restano stupiti nello scoprire che una gran quantità di personaggi, ad esempio dei cartoon, maschili nell’immaginario collettivo, sono in realtà doppiati da donne. Sai spiegar loro il perchè di questa consuetudine?

IS – Io ho un tipo di voce particolare, che può diventare calda e sexy o roca e bambinesca. Altre mie colleghe, sopratutto americane, hanno questo tipo di caratteristica vocale. Non è da tutti, ma si fa.

VC – Le donne hanno una marcia in più nel doppiaggio? Ti senti con una marcia in più?

IS – Credo che le donne abbiano “naturalmente” una marcia in più, in quanto donne. Anche se in realtà sono penalizzate nel doppiaggio, infatti date un occhiata a quanti ruoli femminili ci sono generalmente in un film: sono molti di più quelli maschili. Per quanto mi riguarda devono essere gli altri a dirlo.

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VC – Siamo arrivati al punto dolente: i Simpson. Tu e Liù Bosisio, voci storiche di Bart e Marge Simpson, non siete più le doppiatrici a partire dalla 23esima stagione. Dietro c’è una brutta storia di tagli. Come la Fox in America, anche Mediaset in Italia ha tagliato le buste paga ai doppiatori. Corre voce di tagli ingenti, dal 50 al 75%. Confermi queste cifre?

IS – Si Aihmè! Davvero brutta storia, ci è stato chiesto uno “sconto” del 70% del nostro cachet, che non è certo stellare come quello dei nostri fortunati colleghi d’oltreoceano. Tutta la faccenda è stata gestita malissimo, in primis dalla Sedif nella figura di Marco Guadagno, che a mio parere non ci ha tutelato per niente. Comunque mi sembra che i risultati si vedano, no? La nostra non è stata una squallida storia di soldi, ma bensì una piccola lotta per la difesa di una categoria e della professionalità; non è stato capito da tutti, comunque Mediaset si è fatta praticamente un autogol. Vorrei solo ringraziare tutti i fan dei Simpson, che stanno facendo di tutto sul web; e le mie colleghe che hanno fatto barriera e non sono andate a fare il provino per Bart… purtroppo non tutte!

VC – Come ti sei sentita dopo tanti anni “di servizio” ad esser trattata in questo modo? Offesa? Vorresti dire qualcosa ai responsabili?

IS – Credo che quello che sta succedendo, visto il coro unanime di proteste, valga più di tante parole. Dico solo una cosa: non si può pensare di toccare un prodotto come i Simpson dopo 25 anni, dopo che il pubblico si è affezionato alle voci. Più che offesa io, credo che lo siano i milioni di fans che sono stati bypassati da qualche “burocrate dei numeri”. Io sono convinta che nel nostro lavoro ci sia dell’arte, e l’arte non ha un prezzo, nè si può svendere.

VC – Cosa pensi del lavoro che stanno svolgendo le vostre sostitute? I fan si lamentano ogni giorno, i Simpson non sono davvero più la stessa cosa…

IS – No comment…

VC – Cosa pensi dei colleghi che hanno scelto di rimanere? Ad esempio Tonino Accolla e Monica Ward sono ancora lì, avete mai parlato tra voi?

IS – No comment…

VC – Ti manca Bart Simpson?

IS – Si, ma tanto sono io… [Ride]

VC – Dopo “il fattaccio”, hai continuato a sentire il calore dei fan?

IS – Assolutamente si, mi hanno intasato la casella di posta! Spero abbiano fatto altrettanto con Mediaset e Fox…

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VC – Oltre il doppiaggio che altre passioni coltivi nella vita? Hai qualche hobby?

IS – Mi piace davvero tanto il cinema; e poi scrivo, e ho realizzato con la mia società cinematografica indipendente molte “chicche”.

VC – Che rapporto hai con l’idea di famiglia e con la tua famiglia?

IS – Ho due figli: Jacopo di 19 anni, e Alex di 2 anni. La mia famiglia è una vera famiglia di artisti, e non la cambierei per niente al mondo!

VC – Lavori anche in radio, interpretando nel programma “Il ruggito del coniglio” su Radio 2 Nadia Cartocci, una ragazza ossessionata da Facebook. Quanto ti piace il mondo della radio?

IS – Mi piace moltissimo la radio, e credo che sia un mezzo molto “potente”. Poi mi diverto come una pazza con i miei amici “coniglioni”, e sopratutto adoro andare in diretta!

VC – Che rapporto ha la “vera” Ilaria Stagni con le nuove tecnologie, con internet, smartphone, social network…? Sei un’apocalittica od un’integrata?

IS – Sono un’integrata, pure troppo…

VC – Ultima domanda: alcuni tuoi colleghi oltre che nel doppiaggio hanno anche avuto esperienze di recitazione. Tu hai mai provato a recitare come attrice o preferisci restare dietro le quinte?

IS – L’ho fatto, e più di una volta sia al cinema, che in tv o in teatro. Poi ho avuto due figli. Continuando con il doppiaggio, anche come direttrice, gli impegni si accavallavano, e a qualcosa dovevo pur rinunciare…

E siamo giunti alla fine… Ringraziamo di cuore Ilaria Stagni per la sua solare spontaneità, e auguriamo un “ciucciati il calzino” a tutti i lettori di Velvet Cinema! Ciao Ilaria, a presto!

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