Alessandro Gassman esordisce alla regia con “RazzaBastarda”

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Conferenza stampa oggi a Roma per la presentazione di “RazzaBastarda” di e con Alessandro Gassman, film che arriverà al cinema giovedì 18 aprile. Il noto attore romano ha scelto un soggetto duro e difficile per lanciarsi dietro la macchina da presa, trasponendo sullo schermo la sua omonima esperienza teatrale. La pellicola, che sarà portata in 50 copie nei cinema di qualità della penisola, è dura, durissima. “RazzaBastarda” narra della tragedia di Roman – interpretato da Alessandro Gassman – un padre traviato dalla vita. Semianalfabeta, rumeno, zingaro di madre, arrivato in Italia 30 anni fa fuggendo dalle persecuzioni del tiranno Nicolae Ceauşescu. Una vita di difficoltà e stenti nel tunnel della cocaina, di cui è dipendente e da cui dipende per sbarcare il lunario. Film girato in un bianco e nero acidissimo: il monocromatico qui viene utilizzato come un vero mezzo espressivo, al pari del 3D tanto in voga al momento, adattandosi alla disperata storia. Presentato lo scorso inverno al Festival di Roma, al recente Bif2013 di Bari ha vinto il premio come Miglior Opera Prima.

Così ha iniziato Alessandro Gassman:

E’ un percorso iniziato in teatro 3 anni fa, e che abbiamo presentato con successo in tournè a di 200.000 persone. Il nostro lavoro è puramente rivolto verso il pubblico, mi interessa molto dare loro un impatto emozionale. Questo a detta di alcuni potrebbe essere un piccolo film, ma lo abbiamo realizzato credendoci fino in fondo. E ringraziamo della fiducia Rai Cinema e Moviemax che ci hanno concesso la possibilità di realizzare l’opera. Ho già diverse regie teatrali alle spalle, ma dopo 30 anni di esprienza da attore ho deciso di provare a realizzare un film. è tutto cominciato da dei disegni fatti a mano che poi ho dato allo scenografo, e poi ho incontrato Pivio e Aldo de Scalzi per discutere delle musiche [N.D.R. – La colonna sonora del film è in concorso ai prossimi David di Donatello per il premio Miglior Canzone Originale col brano deititoli di coda “La Vita Possibile” cantato da Francesco Renga]. L’emozione più bella e strana è stata quando ho visto il film completo: mi sono reso conto che era esattamente come lo avevo immaginato. Mi fa molto piacere e me ne prendo a totale responsabilità, anche nei confronti del pubblico.

RazzaBastarda” è anche un film politico, continuava poi Gassman:

Con Amnesty International, che ha patrocinato il film, abbiamo tre anni di lavoro assieme alle spalle: abbiamo portato nei licei e nelle università un viaggio importante. In Italia ci sono 6 milioni di stranieri, di cui 1,5 di nazionalità rumena. E’ un film forte, violento, e volevo indagare il mondo dell’integrazione fallita degli stranieri. Il nostro paese sarà veramente democratico quando sarà possibile per gli stranieri nati in Italia ottenere il passaporto italiano. Non vorrei mai che in questo film la mia interpretazione sia vista come macchiettistica. Come Roman, anche io sono un sangue misto: mia nonna ebrea e durante il ventennio fascista fu obbligata a cambiare cognome per scampare alle persecuzioni. Vorrei un paese in cui non si debba cambiare il proprio cognome per venir riconosciuti cittadini a pieno titolo. Vorrei essere un cittadino del mondo senza paura. Anche questo è il problema della politica italiana. Non vorrei tediarvi con la politica, ma io anche in questo momento di caos credo che ce la faremo.

Il coraggioso Cristiano Cucchini, agente di Gassman e produttore del film, si è così espresso:

Abbiamo superato parecchie difficoltà per portare sul grande schermo una storia graffiante, di sentimenti sbagliati e di persone sbagliate. Abbiamo fatto tutto di corsa per mantenere l’esperienza teatrale anche su pellicola. Vi era l’urgenza di farlo, sia per preservare i protagonisti ed evitare che ad esempio Giovanni Anzaldo che interpreta il figlio di Roman Nicu, crescesse troppo; sia per mantenere vivo un tema caldissimo nel nostro momento storico. “RazzaBastarda” lo amo, così come è venuto. E’ un film che fa male e che mi commuove ancora oggi ogni volta che lo rivedo. Il cinema ha ancora bisogno di questo tipo di prodotti, di film così veri e toccanti, a prescindere dai ciclici filoni holliwoodiani di drama, fantasy, comedy.

Continua poi Gassman, riguardo l’esperienza registica:

Spero davvero che il film ripaghi i collaboratori che vi hanno partecipato. Abbiamo anche ridotto il nostro compenso per garantire la sostenibilità della pellicola. Ho in mente già due nuove storie che vorrei raccontare da regista, e mi auguro che mi venga data la possibilità in futuro. Lavorando a “RazzaBastarda” ho imparato davvero molto: ad esempio nelle session di montaggio con Marco Spoletini ho appreso che sottrarre è meglio che aggiungere. In un film senza speranza è stato il modo per generare nel pubblico un’inquietudine voluta: in teatro il finale era un lungo agonizzante monologo, mentre nel film, ispirandomi ai lavori di Larry Clarke, ho preferito un finale monco. Lascia un grande malessere, ma voglio che gli spettatori ragionino sul problema di fondo del film. Non poteva esistere un lieto fine, viste le premesse date dalla vita di Roman.

Manrico Gammarota, che interpreta Geco, lo “zio” acquisito di Nicu:

E’ una storia di umanità smarrite, senza uscita. E in fondo siamo tutti bambini spaventati. Il mio compito è stato quello di dare umanità e poesia ad un personaggio devastato dalla coca, spero di esservi riuscito.

Gassman ha poi speso queste parole per Gammarota:

Zio Geco nella versione cinematografica diventa un pover’uomo fulminato da 30 anni di cocaina, ma con il suoi modi dismessi è anche il freno inibitorio per Roman. In tutto il film ci sono questi personaggi goffi, grotteschi, che non sanno comportarsi, come esprimersi. E’ la commistione tra tragico e comico. La storia originale è un lento cadere inesorabile. come una montagna russa, volevo dare un ritmo irregolare.

E’ intervenuta anche la bellissima modella rumena Madalina Ghenea, che interpreta nel film la prostituta Dorina:

Il rapporto tra padre e figlio mi ha fatto innamorare della storia. E poi anche io a 14 anni sono partita dal mio paese cercando fortuna in Italia. Troppe, troppe volte però queste storie finiscono in strada, su un marciapiede. Tutto ciò è molto triste, non possiamo chiamare vita ciò che attende queste ragazze.

Un intervento anche per Giovanni Ansaldo, il figlio Nicu – o Cucciolo, come lo chiama Roman:

Per il ruolo di Nicu ho cercato di lavorare sulle sue insicurezze, sull’amore per padre a contrasto con la fascinazione per il Talebano.

E quindi è intervenuto anche Sergio Meogrossi, appunto il Talebano nel film:

In quanto angelo nero della pellicola, mi piace solo ricordare la bellissima atmosfera che abbiamo vissuto sul set. C’era un’armonia perfetta tra tutti noi.

Matteo Taranto, che interpreta il protettore rumeno Dragos:

Il mio è un personaggio terrible, ma che usa l’aggressività per nascondere la debolezza, che aggredisce per non essere aggredito. Mi sono preparato con Alessandro all’americana, per imitazione: la domenica andavo nei locali rumeni a seguire le partite del campionato rumeno, per assorbire le movenze, il dialetto, la cadenza. Oggi si parla tanto di integrazione, ma la Romania è solo un pretesto: non conta il paese d’origine, conta il nostro punto di vista.

Riguardo l’interpretazione dei rumeni emigrati in Italia, si è espesso anche il regista Alessandro Gassman:

Abbiamo ascoltato molto la parlata rumena, dei rumeni che vivono a Roma: ho parlato molto con gli operai che ho avuto personalmente per casa, o con le maestranze e i trasportatori dello spettacolo teatrale. I rumeni sono un popolo molto romantico. Comunque non volevo che questo film fosse totalmente attaccato alla realtà, iperrealista. Anche la scelta del bianco e nero è stata per dare un impatto più violento sul pubblico.

Anche Nadia Rinaldi ha un piccolo ma significativo ruolo nella pellicola, quello della madre disperata Maddalena:

Maddalena è un personaggio molto diverso dalla mia solita commedia, ma felicissima di aver avuto da Alessandro questa possibilità. Maddalena è anche lei una madre come Roman, ma ormai ha perso qualsiasi speranza. Maddalena è poi l’unico personaggio che fa davvero paura a Roman, forse perchè Roman sente quanto sia vicina la sua stessa fine. Ci sono dolori non si dimenticano nella nostra vita reale, e che restano in uno scrigno segreto. Noi attori tramite il nostro mestiere abbiamo la fortuna di poterli esorcizzare. Il dolore di questo film è di grande insegnamento, anche se non porta ad un lieto fine. Ma è questa drammaticità ci unisce.

Carlotta Sami, executive director di Amnesty International era in sala, ed è così intervenuta:

Alessandro Gassman è un grande artista, ed è davvero un grande orgoglio averlo come attivista per Amnesty Internetional ormai da 6 anni. C’è molto bisogno di questo percorso di integrazione comune tra italiani e stranieri, perchè nelle periferie delle grandi città si vive comunque segregati nello stesso confine, e capirsi è essenziale.

Chiosava così Alessandro Gassman la conferenza stampa:

Dobbiamo mantenere la speranza. Possiamo sempre guardare agli Stati Uniti, un paese comunque grande, che è stato tirato su a forza di braccia da italiani, russi, polacchi, irlandesi, cubani. Dobbiamo imparare ad accettare chi viene da noi per necessità, ma dobbiamo anche imparare a conoscere gli stranieri. Potremmo migliorare imparando dagli altri: nuove cucine, nuovi stili, nuove usanze.

Così come il film si chiude con la citazione di Albert Einstein, “Conosco una sola razza, quella umana“, anche noi chiudiamo questo lungo post. A breve avrete anche la nostra recensione del film.

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